Lewis Hamilton in terra nipponica, nel giorno in cui eguaglia Ayrton Senna come numero di vittorie in Formula 1 (ben 41), azzera pure le ultime velleità di una Ferrari che una settimana fa sulla pista di Singapore, aveva fatto la voce grossa, lasciando ipotizzare addirittura una riapertura della corsa al Mondiale piloti. Il britannico, con una partenza delle sue e una condotta di gara impeccabile, si è messo subito tutti alle spalle, a cominciare dal compagno di scuderia Nico Rosberg che ieri lo aveva privato della pole anche grazie a una discreta dose di buona sorte (l’esposizione della bandiera rossa con stop delle qualifiche, dopo il pauroso incidente occorso a Daniil Kvyat, ha infatti interrotto sul nascere l’estremo tentativo di Hamilton, a pochi secondi dalla fine della sessione). Oggi il tedeschino è rimasto attardato al via, facendosi superare anche dal connazionale in “rosso” Sebastian Vettel, dopo avere assaggiato pure l’erba giapponese con gli pneumatici della propria Mercedes (nella foto Reuters-Gazzetta.it: Hamilton e Vettel festeggiano sul podio).
Il Mondiale piloti. Conti alla mano, e salvo imprevisti, il titolo mondiale è dunque più che mai nelle mani di Hamilton che adesso dispone di un vantaggio di 48 punti sui 125 ancora a disposizione. Un margine a dir poco rassicurante, che gli potrebbe permettere anche di gestire la situazione al meglio. Ad Hamilton, sulla pista di Suzuka, dove il suo idolo Senna ha costruito i trionfi iridati, sono bastati pochi metri per prendere in mano il comando delle operazioni e involarsi verso un’affermazione strameritata, mai in discussione. Giro dopo giro, il vantaggio della Mercedes guidata dal britannico è cresciuto, fino a divenire inattaccabile. Dietro, Rosberg si è ripreso il secondo posto a discapito di Vettel che si è pure scusato con la scuderia nell’immediato post-gara, quando ancora comunicava via radio con i box.
Le Ferrari. La scuderia di Maranello, che temeva moltissimo questo week-end giapponese, anche in relazione ai verdetti delle prove di venerdì e di ieri, cade comunque in piedi. I margini di miglioramento ci sono, ma il divario dalla Mercedes si assottiglia gara dopo gara. Anche impercettibilmente, ma cala. E questo a conferma del gran lavoro svolto dal team del “Cavallino Rampante”. Anche Raikkonen si è mantenuto in zona podio, guadagnandosi un quarto posto che lo soddisfa. Il fatto stesso che Rosberg abbia impiegato 30 giri per riprendersi la seconda piazza, a spese di Vettel, conferma come sia sempre meno evidente la differenza di competitività fra le due vetture. Il ritardo accumulato nel tentativo di avere la meglio sulla Ferrari ha impedito a Rosberg di provare l’assalto al compagno di squadra, che ormai era troppo lontano per entrare nel mirino del tedesco figlio d’arte.
Un pensiero per Jules. Il Gp di Suzuka, dove aleggiava il ricordo dello sfortunato Jules Bianchi (Hamilton ha ricordato sul podio il pilota francese morto in seguito allo spaventoso incidente di un anno fa), ha riservato gli unici colpi di scena in partenza, per il resto: la solita tanta monotonia. Sempre al via, un contatto fra Massa e Ricciardo ha regalato qualche brivido, quindi ci ha pensato il giovanissimo Verstappen a vivacizzare la giornata, con un paio di manovre spettacolari che gli hanno regalato il nono posto. Della grande energia sprigionata dall’olandesino volante ha fatto le spese pure Fernando Alonso, protagonista di una polemica con i vertici di casa Honda. Lo spagnolo, rimasto molto deluso dall’11° posto finale e per le limitate prestazioni della McLaren, a microfono aperto durante la gara, si è lasciato andare a un clamoroso “questo motore è da Gp2!”, lasciando di stucco i giapponesi della Honda che, di certo, non devono averla presa bene. Anzi.
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