Ieri Romano Prodi ha fatto un’uscita elettorale che somiglia molto a quella che fece poco più di un anno fa, quando, alla vigilia del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, dichiarò che avrebbe votato Sì alla “riforma Renzi-Boschi”, ma con una motivazione che sembrò più un siluro che un sostegno. Infatti…
Ebbene ieri in Emilia si è presentato a una manifestazione della lista “Insieme”, una ruotina di scorta del Pd che, se non raggiungerà l’1% dei voti, li seminerà tra i “dispersi” e solo se supererà quella soglia, senza però raggiungere il 3%, li porterà al Pd. A quella manifestazione era presentePaolo Gentiloni. E Prodi ha preso la parola dicendo due cose. La prima: voterò per il centrosinistra (non per il Pd), lasciando intendere che darà il suo consenso alla lista “Insieme”; la seconda: ha dichiarato che secondo lui Gentiloni ha le carte in regola per capeggiare un eventuale nuovo governo di centrosinistra. Sì: Gentiloni, non Renzi, lasciando intendere esplicitamente di non considerare il segretario del Pd (che aspira accanitamente) la persona giusta per quel ruolo.
Il segnale è stato colto da Pietro Grasso, leader di “Liberi e Uguali”, che lo ha sottolineato, compiacendosene, benché lo stesso Prodi abbia espresso rammarico per la scissione del Pd, ritenendola “un errore”. E la reazione di Renzi è stata stizzita, invitando Gentiloni a “giocarsi le sue carte”…
Commenta per primo