L’ambiguo annuncio fatto da Romano Prodi a Bologna in occasione di un comizio della lista Insieme – cioè il suo voto al “centrosinistra” e la sua pacca di incoraggiamento a Gentiloni (e non a Renzi) con relativa benedizione a una sua ricandidatura a capo di un governo non si sa bene di quale coalizione – viene letta con derisione dal leader di “Liberi e Uguali“, Pietro Grasso. Il quale ha affermato: “Se Renzi ha detto che bisogna turarsi il naso per votare Pd, non c’è dubbio che anche Prodi si dovrà turarsi il naso per votare a Bologna Casini e non Errani. Questo è il risultato di una legge elettorale voluta da Renzi, Berlusconi e Salvini”. Quindi, all’imbarazzato e imbarazzante endorsement di Romano Prodi a Gentiloni e alla lista Insieme, Grasso replica molto esplicitamente così: “Con questa pessima legge elettorale chiunque sostiene la lista Insieme o la lista Bonino non fa che votare Renzi e quindi il governo di Renzi con Berlusconi”. E rincara la dose sull’attuale capo del governo : “Non dimentichiamo che Gentiloni è quello che ha posto tre fiducie alla Camera e cinque al Senato per approvare una legge elettorale truffa, perché come abbiamo visto si dà un voto a una lista e si eleggono altri di un’altra lista”.
Dello stesso parere è Massimo D’Alema, che, in una intervista a Massimo Giannini nel programma “Circo Massimo” su Radio Capital afferma: «Se Romano Prodi considera noi che siamo usciti dal Pd come “amici che hanno sbagliato”, devo dire che a sbagliare è soprattutto lui: non si può votare Gentiloni con questa legge elettorale, che Prodi reputa scandalosa ma che Gentiloni ha fatto passare con 8 voti di fiducia alla Camera e al Senato. Una legge in base alla quale se la lista ‘Insieme’ non supera il 3 per cento i voti vanno a Renzi; quindi Prodi voterà per Renzi e Casini senza dirlo nemmeno a se stesso».
«L’accusa mossa a “Liberi e Uguali” di far perdere il Pd e il centrosinistra non regge. Io invece voglio ricostruire il centrosinistra unito, ma unito innanzitutto al suo popolo. Il Pd ha già perso a Roma, a Torino e in Sicilia, e non per colpa nostra. I segnali ci sono stati ma non si sono volute cambiare né le politiche né la leadership e si vogliono vincere le elezioni? E’ lunare…».
Gli stessi argomenti sono stati ribaditi con fermezza dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
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