Il clima elettorale sta degenerando pericolosamente a dieci giorni dal voto. Tre gravi episodi in poche ore.
PALERMO. Sei persone hanno accerchiato il responsabile provinciale di Forza Nuova, Massimiliano Ursino, legandolo mani e piedi con nastro adesivo da imballaggio e pestandolo. E’ accaduto nella trafficata e centrale via Dante, intorno alle 19 di ieri, coi negozi aperti e gente lungo il marciapiede. Gli aggressori erano vestiti di nero e avevano i volti coperti da sciarpe; tra loro, secondo i testimoni, c’era una ragazza che riprendeva il pestaggio con un telefonino.
Ursino ha riportato una frattura al naso, ematomi al volto e in tutto il corpo e una sospetta lesione alla spalla. I medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civico gli hanno diagnosticato una prognosi di venti giorni.
Il raid è stato rivendicato con un comunicato inviato via mail a diversi organi di informazione locale. “A pochi giorni dall’arrivo in città di Roberto Fiore, atteso in città per un comizio in conclusione della campagna elettorale – si legge nella email – Massimo Ursino, uomo di spicco e dirigente nazionale del partito Forza Nuova, è stato colpito in modo esemplare mentre passeggiava per le vie del centro. E’ stato bloccato, immobilizzato e legato con del nastro adesivo, poi lasciato a terra senza possibilità di fuggire. I fatti avvenuti oggi sono la dimostrazione del fatto che sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo, a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini che evocano forse, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico. Palermo è antifascista, nelle pratiche e nella quotidianità di chi la vive. A Palermo non c’è spazio per il fascismo”.
Indagini sono in corso da parte della Digos per identificare gli autori del raid che è stato ripreso con un telefonino da una ragazza che faceva parte del gruppo di aggressori e che cerca di tranquillizzare i passanti terrorizzati: “Tranquilli, è solo una scherzo…”.
Massimiliano Ursino venne arrestato nel luglio 2006 per aver rapinato e picchiato due immigrati del Bangladesh nel centro di Palermo di fronte al teatro Massimo. Dopo aver subito la rapina, una borsa e articoli di bigiotteria, le due vittime avrebbero inseguito Ursino e due suoi complici (anche loro di Forza nuova) ma questi avrebbero tirato fuori delle spranghe e picchiato a sangue gli immigrati. Fu poi condannato a 1 anno e 2 mesi.
Nel giugno 2005, sempre con altri due complici, aggredì con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo. I tre vennero rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a ”motivi razziali”. Il dirigente di Forza Nuova nel 2008 partecipò al confezionamento e alla spedizione dei pacchi choc, inviati a varie redazioni giornalistiche, contenenti una bambola sporcata con sangue e interiora di animale per la campagna di Forza Nuova contro la legge 194. Nel febbraio dell’anno scorso qualcuno tentò di incendiare lo studio di tatuaggi di Ursino provocando danni alla saracinesca. Il dirigente di Fn disse ai poliziotti di avere avuto la notizia da un suo amico mentre si trovava nella sede del movimento, in via Villa Florio, durante una riunione. Mentre si trovava lì qualcuno lanciò una bomba carta sulla porta della sede provocando l’annerimento dell’infisso ma senza causare feriti.
PERUGIA – Un uomo di 37 anni è stato accoltellato mentre – secondo quanto riferito da lui stesso agli investigatori – stava affiggendo dei manifesti elettorali di Potere al popolo alla periferia di Perugia. Su quanto successo nella zona di Ponte Felcino sono in corso accertamenti da parte della Digos della questura che sta cercando di ricostruire l’accaduto.
La polizia è intervenuta dopo che una telefonata anonima al 113 aveva segnalato una rissa. Giunta sul posto la volante non ha però trovato alcuno. In base a quanto poi riferito dalla vittima dell’aggressione alla polizia, l’uomo è stato accerchiato da alcune persone non ancora identificate. E’ stato quindi ferito con tre colpi di arma da taglio mentre un altro uomo che era con lui è stato colpito alla testa. Medicati in ospedale sono stati entrambi già dimessi.
In una nota di Potere al Popolo si afferma tra l’altro: “Da settimane stiamo denunciando il pesante clima di odio creato da un lato dai gruppi neofascisti, dall’altro da una classe politica irresponsabile e dal governo del Pd che concede agibilità politica a organizzazioni violente che andrebbero messe fuori legge. Si sta cercando di far salire la tensione in ogni modo per non parlare dei veri problemi del paese, la disoccupazione, il taglio dei servizi, le disuguaglianze sociali, i disastri ambientali”.
ROMA. Blitz di un gruppo di attivisti di “Forza Nuova” intorno alla mezzanotte di ieri negli studi tv di La7 in via Tiburtina che ospitano diMartedì, il talk show condotto da Giovanni Floris. Alcuni militanti sono riusciti a entrare, chiedendo di partecipare alla puntata, mentre era in onda un contributo registrato e quindi a telecamere spente. Le forze dell’ordine hanno identificato i componenti del gruppo, ma poi l’episodio si è concluso senza violenze.
“Verso la mezzanotte – spiega Floris – si è presentato un gruppo di persone. Saranno state una ventina. Si sono qualificati come Forza Nuova e di Forza Nuova avevano le insegne. Volevano interagire col programma. Questo non era possibile, sia tecnicamente (in quel momento andava in onda un contributo registrato) sia per ragioni di opportunità. Non mandiamo in onda chi non è da noi invitato, tantomeno se si presenta in quel modo. Fermo restando che la modalità con cui si sono posti non è accettabile, anche se il confronto si è svolto in un clima non violento. Dopo aver esposto le loro ragioni si sono fatti accompagnare all’uscita”.
“Ieri sera esponenti di Forza Nuova hanno tentato di bloccare la messa in onda di diMartedi – scrive in un tweet il direttore di La7, Andrea Salerno – facendo irruzione in studio durante la puntata. Questo non è accettabile né tollerabile. E’ un pessimo segnale con cui tutte le forze politiche democratiche devono fare i conti”.
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