di SERGIO SIMEONE – Sigmund Freud, quando un suo interlocutore incorreva in un lapsus, era solito chiedergli quali termini gli venissero in mente, subito, senza rifletterci su, per poter capire che cosa si agitasse nel suo subconscio. Se uno psicanalista mi avesse fatto la stessa domanda mentre seguivo, durante la campagna elettorale, le performances di Salvini, avrei risposto: buzzurro, esagitato, suscitatore di odio.
Passate le elezioni, le cose sono cambiate radicalmente. Molti commentatori hanno cominciato a lodare i modi garbati e dialoganti di Salvini. Qualcuno si è spinto ancora più in là ed ha cominciato a parlare di lui come del nuovo Principe (sì, quello del Machiavelli: Forte come un lione ed astuto come una golpe). Questo paragone, stranamente, ha suscitato in me una certa inquietudine. Ho tentano a lungo di capire da dove nascesse questa mia inquietudine, ma invano. Poi ho assistito alla lettura alla stampa del comunicato della delegazione del centrodestra dopo l’incontro con Mattarella, allo show di Berlusconi, ed infine, e soprattutto, al sorriso che Salvini ha rivolto al suo alleato. A questo punto è divenuto tutto chiaro: quello che si agitava nel mio subconscio e che non riusciva ad emergere al livello della coscienza era il capitolo del Principe, in cui si narra di come il Valentino fece spegnere Vitellozzo Vitelli. E’ stato allora che ho temuto per la vita di Berlusconi.
Ma che stai dicendo, obietterà qualcuno, non hai visto che Salvini sorrideva? E perché, il duca Valentino non rideva cordiale ed ospitale prima di dare ordine ai suoi scherani di strangolare il Vitellozzo? L’unico pensiero che mi conforta è che il Vitellozzo è stato molto più imprudente del Cavaliere: ma come si fa, in pieno cinquecento, ad andare in giro con quel nome da animale da macello senza pensare che a qualcuno, prima o poi, verrà la voglia di sgozzarti?
Sarò forse troppo sospettoso, ma confesso che quando ho visto Berlusconi uscire indenne dal Quirinale e addirittura salire sul predellino dell’automobile, ho tirato un sospiro di sollievo.
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