Nelle scuole italiane sono sempre più numerosi e gravi gli episodi definiti di «bullismo» ma che in realtà sono veri propri violenze da perseguire alla streguia di reati. Ed appaiono perciò blandi i provvedimenti adottati dai presidi per punirli. reatiNumerosi gli episodi di bullismo emersi solo negli ultimi giorni.
A Chieti, ad esempio, i giudici hanno obbligato a rimanere a casa due studenti colpevoli di bullismo verso un loro compagno di scuola. Ma non è una misura che possa scoraggiare i violenti. Così come occorre che la magistratura (e non solo la scuola) si assuma il compito di perseguire quello studente dell’Istituto Tecnico di Velletri, alle porte di Roma, che si è rivolto alla propria insegnante con questa minaccia: “Te faccio scioglie nell’acido, te mando all’ospedale, professore’»: scena ripresa con uno smartphone e condivisa sui social con tantissime visualizzazioni.
Il caso è avvenuto un anno fa, ma ora, dopo che il video è diventato virale, i carabinieri hanno inviato un’informativa alla Procura di Velletri, che ha aperto un fascicolo di indagine: i pm procedono per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Gli inquirenti, in base a quanto si apprende, dovranno accertare le modalità con le quali è stato realizzato e diffuso in rete il video che dura ben10 minuti.
A Lucca sono tre gli indagati per le minacce ad un docente da parte di uno studente che pretende il 6 dopo una interrogazione, altrimenti…
“Serve una linea rigorosa e l’attuazione delle sanzioni già previste: di fronte ai fatti di Lucca e di Velletri i ragazzi vanno sospesi, il consiglio d’Istituto deve valutare la gravità dei fatti, che secondo me c’è, e gli studenti devono essere sanzionati fino a non essere ammessi agli scrutini finali”, ha detto la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli al Tgcom 24. “Vanno sospesi e sanzionati anche i ragazzi che hanno girato il video e che hanno guardato quanto avveniva in classe” senza intervenire in difesa del docente.
Ma, aggiungiamo noi, delle misure vanno adottate anche nei confronti dei genitori di questi violenti. Perché si sa di episodi che hanno previsto proprio loro, dei genitori iperprotettivi che hanno pestato i docenti (come accaduto di recente in Puglia), «colpevoli» di non essere sufficientemente accomodanti con i loro «pargoli».
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