Un giro di fatture gonfiate per sponsorizzazioni nel settore automobilistico della Formula 1, con lo scopo di evadere il fisco per almeno 50 milioni di euro e una parallela attività di riciclaggio transnazionale fondata su flussi di denaro che dall’Italia, passando da Londra, arrivavano fino in Cina con la complicità di imprenditori cinesi. E’ il meccanismo scoperto dalle indagini coordinate dal pm milanese Elio Ramondini e condotte dai finanzieri del Gruppo di Milano che oggi ha portato in cella Davide Castello (erroneamente indicato in un primo momento come “consulente finanziario”, ma in realtà non risultato, da successivi accertamenti, mai iscritto all’albo unico della categoria). Originario del Veneto, iscritto all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, Castello da anni risiede a Londra, è considerato dagli inquirenti “figura di rilievo di un gruppo sulla cui ipotizzata attività criminale sono in corso ulteriori accertamenti”.
Castello è stato arrestato a casa dei suoi familiari nel Padovano e ora è in carcere a Padova. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Roberto Arnaldi.
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