SECONDO ME/ Il derby giallo-verde come un pareggio 2 a 2 tra Italia e Germania

di PAOLO OROFINO A volte un pareggio è come una sconfitta e altre è come una vittoria, dipende: se la tua squadra sta vincendo 2 a 0 e poi finisce 2 a 2, il risultato finale ti sembra una sconfitta e sei dispiaciuto; viceversa se la tua squadra è sotto di 2 gol, ma poi alla fine riesce a pareggiare, ti sembra una vittoria e sei contento. Questo paragone calcistico può servire a dare un giudizio sulla condotta del presidente Mattarella e sulla repentina soluzione di una crisi politica esplosa nella formazione del nuovo governo.

All’Europa e alla Germania, il nostro nuovo governo, per come si era messa, sembrerà quasi una “vittoria”. Immaginiamo  che se lo stesso governo che ha giurato poche ore fa  (lo stesso con Savona agli Affari europei e Tria all’Economia) fosse stato formato una settima fa, quindi, senza l’altolà di Mattarella e senza il tira e molla a cui abbiamo assistito in questa settimana, l’Europa, la Germania ed i mercati avrebbero percepito l’ingaggio del duo euro-scettico Tria/Savona come una sconfitta.

E allora possiamo dire che il no di Mattarella a Savona non è stato un grosso errore. Diciamo che ne è scaturito un combattuto 2 a 2, con la Germania ed i mercati in “rimonta”, ma che non sono riusciti a prevalere, a vincere sull’Italia e sul volere degli italiani: il nuovo Governo italiano, rispetto all’esito delle elezioni, piaccia o non piaccia, ha una notevole connotazione euro-scettica, che però,  dopo la “mossa” di Mattaella (che non è un semplice notaio e lo ha dimostrato) sarà più “accettata” a Berlino e a Bruxelles. E ciò non è un male. Anche per Salvini e Di Maio. 

 

Commenta per primo

Lascia un commento