Martedì 5 giugno l’Aula presieduta dal presidente Elisabetta Alberti Casellati si è riunita alle ore 12 per ascoltare il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, che espone i punti principali del progetto di cambiamento dell’Italia scaturito dalla convergenza delle due forze politiche di maggioranza, M5S e Lega, che hanno sottoposto il contratto di governo ai rispettivi elettorati. Garante convinto dell’esecuzione del programma, il presidente del Consiglio ha rivendicato con orgoglio le novità politiche e istituzionali che hanno accompagnato la nascita dell’Esecutivo, richiamando i principi della trasparenza, del pragmatismo, dell’attenzione ai bisogni concreti dei cittadini. Le novità politiche riguarderanno metodo e contenuti. Ascolto, esecuzione, controllo dei risultati saranno i principi cardine dell’azione di governo, che deve riconquistare una prospettiva di medio-lungo periodo e restituire alla politica il suo ruolo, esautorato dai processi di finanziarizzazione dell’economia e di apertura dei mercati.
Richiamandosi ai valori della Costituzione, il governo intende garantire i diritti sociali, che negli ultimi anni sono stati smantellati, e dare vita ad un patto del lavoro che preveda un salario minimo orario, un sostegno al reddito per le famiglie più colpite dal disagio economico, pensioni dignitose. La riduzione del debito pubblico deve avvenire attraverso la crescita e non l’austerità, che lo ha fatto lievitare; occorre inoltre porre fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello finto della solidarietà. La lotta alle mafie e alla corruzione si avvarrà di nuovi strumenti, tra cui il daspo per i corrotti e l’agente sotto copertura. Il Governo non realizzerà il taglio alla spesa sanitaria previsto dal DEF e si adopererà per ridurre le liste di attesa e garantire una sanità efficiente su tutto il territorio nazionale. Agirà inoltre con risolutezza contro privilegi e sprechi della politica, intervenendo su vitalizi, assegni e pensioni d’oro. Nel quadro di appartenenza all’Alleanza atlantica, il Governo sosterrà l’apertura verso la Russia e si farà promotore di una revisione delle sanzioni. Con l’obiettivo di eliminare il divario di crescita tra l’Italia e l’Europa in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia il Governo porterà i temi della crescita stabile e sostenibile per riformare la governance europea. La gestione dei flussi migratori è stata un fallimento: l’Europa ha consentito chiusure egoistiche che hanno scaricato oneri sui Paesi frontalieri; in un primo positivo colloquio con la cancelliera Merkel il premier ha parlato della riforma del regolamento di Dublino (sistemi automatici di ricollocamento dei richiedenti asilo, rimpatri effettivi, procedure celeri di riconoscimento delle status di rifugiato).
Altri punti del programma riguardano la riforma fiscale (introduzione di aliquote fisse con un sistema di deduzioni che garantisca la progressività), la tutela dell’ambiente (sviluppo dell’economia circolare e decarbonizzazione del sistema produttivo), il rilancio degli appalti pubblici attraverso l’eliminazione delle infiltrazioni criminali, la giustizia (riduzione dei tempi del processo, abbassamento dei costi di accesso alla giustizia, inasprimento delle pene per i reati di violenza sessuale, certezza della pena e aumento degli istituti penitenziari, riforma della prescrizione, legge sul conflitto di interesse).
In conclusione il Presidente del Consiglio ha rivolto un appello affinché le opposizioni svolgano il loro ruolo in modo leale e costruttivo; richiamando la centralità del Parlamento ha assicurato un confronto costante attraverso la piena operatività del sindacato ispettivo e si è dichiarato aperto a eventuali apporti di forze politiche che oggi non voteranno la fiducia.
Al termine dell’intervento del premier Conte ho chiesto al neosenatore di Cuneo Marco Perosino (di Forza Italia) un commento. Ecco la sua risposta: “Il presidente del Consiglio, non eletto dal popolo, ha elencato tutto lo scibile politico – e perciò ha omesso alcuni punti: Sud, agricoltura, infrastrutture – promettendo un mondo nuovo ove tutto andrà a posto: pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax, lavoro, giustizia, semplificazione, ricerca e tanto altro. Ed in fretta anche. Gli italiani vivranno nel paese di bengodi, la giustizia funzionerà e tutti avranno il loro processo, dico tutti! Ovviamente ironizzo. Un programma da paura, sui principi del M5S al 99%. La spallata all’Italia è pronta! “.
Alla discussione sulla fiducia hanno partecipato i senatori Malan, Siclari, Saccone, Quagliariello, Pichetto Fratin, Vitali, Licia Ronzulli (FI); Bagnai, Tosato, Barbaro, Vescovi, Daisy Pirovano, Bossi, Pillon (Lega); Mirabelli, Misiani, Teresa Bellanova, Renzi (PD); Elena Fattori, Morra, Pellegrini, Paola Taverna (M5S); Steger, Juliene Unterberger (Aut); Monti (Misto); Urso, Marsilio, La Russa (FdI); Grasso (Misto-LeU). Elena Cattaneo (Aut) e Liliana Segre (Misto) hanno annunciato l’astensione. Fratelli d’Italia, ha annunciato un atteggiamento propositivo rispetto ai temi cruciali per l’interesse nazionale. I Gruppi PD e FI, schierandosi all’opposizione, hanno evidenziato la mancata menzione di interventi per il Sud e hanno criticato l’incoerenza, la mancata indicazione delle coperture finanziarie e dei tempi di realizzazione delle misure annunciate. Il Gruppo Aut attende di valutare l’atteggiamento dell’Esecutivo rispetto alle autonomie speciali, mentre LeU, pur condividendo il superamento dell’austerità, ha criticato la svolta securitaria e omofoba e un intervento fiscale che viola il principio di progressività delle imposte.
In replica, il presidente del Consiglio ha ribadito che il tema in discussione non è l’uscita dall’euro bensì la rinegoziazione delle politiche economiche e ha sottolineato positivamente il fatto che il contratto di governo confermi le anticipazioni elettorali. Per il Sud, ha ricordato la nomina di un ministro dedicato per utilizzare meglio le risorse e la banca pubblica per gli investimenti; ha annunciato lo studio dei dossier aperti per decidere quali infrastrutture realizzare; ha precisato che il reddito di cittadinanza non è una misura assistenziale essendo preordinata al reinserimento. In tema di prescrizione ha evidenziato la necessità di rimodulare i termini; ha annunciato che il governo seguirà con attenzione le trattative in corso delle autonomie territoriali, in particolare se fondate su iniziative di democrazia diretta. Sulle imprese, il premier ha rinviato alle proposte in tema di green economy, sburocratizzazione, responsabilità sociale, riforma del fallimento.
I senatori Crimi (M5S) e Candiani (Lega) hanno presentato la mozione di fiducia. Nelle dichiarazioni di voto hanno accordato la fiducia Merlo (Misto-MAIE), intervenuto a nome degli italiani all’estero, Candiani (Lega) e Crimi (M5S). Ciriani (FdI), ha annunciato l’astensione per favorire la nascita di un governo politico; anche Juliene Unterberg (Aut) ha dichiarato l’astensione, precisando però che i senatori Casini e Bressa sono contrari alla mozione di fiducia. Hanno negato la fiducia anche Nencini (Misto-PSI), Emma Bonino (Misto-Più Europa), Loredana De Petris (Misto-LeU), Marcucci (PD) e Anna Maria Bernini (FI).
Con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astensioni, l’Aula del Senato, ha approvato la mozione di fiducia al Governo, presentata dai senatori Crimi e Candiani.
Al termine della seduta, uscito dall’Aula, ho chiesto al senatore del M5S Andrea Cioffi un giudizio sul voto di fiducia. Questo il suo commento: «Oggi il governo del cambiamento ha ricevuto la fiducia al Senato. La sfida è grande come grande è la responsabilità . Per tanto tempo, per troppo tempo, la classe politica di questo Paese si è interessata ai problemi dei pochi, delle oligarchie, delle famiglie del potere che hanno visto tutelare i loro interessi a scapito dei tanti, del popolo. Una vicenda che ha le radici nella prima repubblica, negli anni del craxismo rampante e che é poi proseguita con la discesa in campo di Berlusconi e l’innamoramento della sinistra per la finanza ed il mercato passando per il grande periodo delle privatizzazioni della fine degli anni 90. Poi la finanza globale… che ha finito di sconnettere la produzione di ricchezza con l’economia ed il lavoro. Oggi ci incamminiamo su strade nuove dove il lavoro si trasformerà rapidamente. Bisogna progettare un futuro che sarà diverso dalla vecchia industrializzazione e dalla produzione di massa. Il nostro scopo è raccogliere questa sfida e immaginare il mondo del domani rimettendo al centro l’uomo. Un nuovo umanesimo. Ci lavoreremo con tutte le nostre forze». La seduta è terminata alle ore 20:45.
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