di PAOLO OROFINO – Quando una famiglia è indebitata i genitori sanno che prima o poi la situazione dovrà essere sanata e difficilmente lasceranno il debito in eredità ai figli. Ed il debito si estingue pagando chi, per un motivo o per un altro, avanza il valore prestato più gli interessi. Il circuito per l’estinzione del passivo, in tal caso, è cortissimo: c’è chi deve restituire una somma e c’è chi deve giustamente riaverla.
Quando una nazione è indebitata il circuito per appianare il debito pubblico è più lungo e complesso, anche se la sostanza non cambia: la nazione che ha il debito prima o poi dovrà pagare i creditori per non lasciare la criticità alle nuove generazioni. Gli estremi di detto circuito – corto (familiare) o lungo (nazionale) che sia – saranno sempre il debitore e il creditore.
In questi ultimi anni, e specie negli ultimi mesi, siamo bombardati di sigle (Spread, Btp, Bund, ecc…) che un po’ ci confondono e sono interne al summenzionato circuito del debito pubblico, che l’Italia ha e che da anni non riesce a saldare, tant’è che sta passano da una generazione all’altra, con conseguente aumento degli interessi dovuti. È questa la crisi dell’Italia, che in precedenza, evidentemente, ha speso più di quello che ha prodotto o ha mantenuto un tenore di vita superiore alla sue possibilità e per farlo ha dovuto ricorrere a prestiti. Questo debito, aldilà delle sigle che stanno in mezzo al circuito, dovrà essere definito. Non c’è nulla da fare: dovrà essere pagato. Piaccia o non piaccia. E a chi deve ricevere il denaro o un corrispettivo valore non importa se a pagare sia un governo di sinistra, di destra o giallo-verde.
Tutti i discorsi in politichese fatti dai contendenti per portare ognuno acqua al proprio mulino confondono ulteriormente i cittadini, peggio ancora delle sigle di cui sopra. E le parole, purtroppo, che siano di destra o di sinistra, anche quando non confondono, da sole non saneranno mai l’ingente debito pubblico dell’Italia. Questo noi italiani dobbiamo mettercelo in testa!
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