Oggi è arrivata a Valencia la nave Aquarius, proveniente dalle acque antistanti la Libia con poco più di cento migranti a bordo, affiancata da due unità della Marina italiana che hanno trasportato gli altri 500 che erano stati raccattati in mare dalla Aquarius prima del divieto di attraccare in un porto italiano, che era complessivamente di 629 persone. Ma ieri c’è stato il bis del braccio di ferro tra governo italiano e navi delle organizzazioni non governative (ong): di buon mattino, appena i suoi uffici gli comunicano che due navi di associazioni umanitarie tedesche, ma con bandiera olandese, Seefuchs e Lifeline, si trovano di fronte alle coste libiche pronte a caricare migranti, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avverte attraverso Facebook e Twitter : «Si cerchino altri porti non italiani». E dalla Lifeline arriva l’invettiva: «Fascista!», poi cancellata da Twitter. La linea dura di Salvini è condivisa anche dai Cinquestelle: «Le ong – ha detto il sottosegretario Vito Crimi – alimentano il traffico di esseri umani». Mentre la Cei invita a salvare “sempre” le vite, ma aggiungendo che l’Italia “non può esser lasciata sola”. Invece il vicepresidente del Parlamento europeo, David Sassoli (Pd) chiede l’intervento della Corte europea dei diritti umani: «Qui si stanno violando convenzioni internazionali e trattati».
L’offensiva del titolare del Viminale contro quelli che sprezzantemente definisce “vicescafisti” prosegue dunque senza tregua. L’obiettivo finale è quello di eliminare le navi umanitarie dal Canale di Sicilia. Una strategia avviata già lo scorso anno dal suo predecessore Marco Minniti con il sostegno di alcune Procure siciliane. Codice di condotta e sequestri giudiziari hanno così portato ad una drastica riduzione dei mezzi delle ong, che nei primi mesi del 2017 erano stati responsabili del 40% dei “salvataggi” complessivi: delle 12 navi presenti in quel periodo si è scesi alle attuali 3-4. Ed il fresco esempio della Aquarius, costretta ad una “crociera” di un migliaio di km nel Mediterraneo, dalle acque libiche fino a Valencia, servirà da deterrente.
«Vogliono farci sparire», è il grido di rabbia di Sea Watch, Proactiva Open Arms e Msf. Salvini ha informato che la Lifeline e la Seefuchs sono arrivate al largo delle coste della Libia, “in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti. Sappiano questi signori che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi. Da ministro e da papà, lo faccio per il bene di tutti”. Sempre con un tweet, è ironica la risposta di Lifeline: “quando i fascisti ci fanno pubblicità…”. Non la prende bene il ministro che contrattacca: «Roba da matti. A casa nostra comandiamo noi, la pacchia è STRA-FINITA, chiaro? Insulti e minacce non ci fermano».
Nel corso della giornata le due navi umanitarie non sono però intervenute, anche se Lifeline ha fatto sapere di aver assistito 118 migranti in difficoltà su un gommone che sono stati presi a bordo dal mercantile Viking Amber. L’operazione, coordinata da Roma, si concluderà con il trasbordo dei naufraghi su motovedette della Guardia costiera che arriveranno in Italia domani.
Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, è duro e chiede all’Olanda di far rientrare le due navi che violano “il codice di condotta perché non hanno mezzi e personale adatti a salvare un gran numero di persone. E potrebbero mettere in pericolo equipaggi e naufraghi”. Ma dalla rappresentanza olandese presso la Ue precisano: «Non si tratta di ong olandesi, né sono imbarcazioni registrate in Olanda. Anche il governo dei Paesi Bassi è preoccupato per l’attività delle Ong nell’area di ricerca e salvataggio (Sar) libica, in violazione del codice di condotta. Facendo così sono strumentalizzate dal cinico modello dei trafficanti di esseri umani libici e lo sostengono». Mentre Lifeline sostiene di avere “mezzi e personale per svolgere missioni di ricerca e soccorso e provvedere alla prima assistenza alle persone in pericolo”.
Contro le ong ribadisce la sua posizione il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. «Fanno parte – osserva – di un sistema profondamente sbagliato, che affida la porta d’accesso all’Europa a trafficanti che sono criminali senza scrupoli». A sua volta il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, afferma: «Quello che rende difficile il contrasto alle organizzazioni che gestiscono il traffico di migranti è il ‘disordine’ negli interventi. Questo determina l’impossibilità di avere appartenenti alla polizia giudiziaria sulle navi che vanno a recuperare i migranti». Minniti, intanto, avverte Salvini, citando un precedente: «Ci fu un ministro italiano (il leghista Roberto Calderoli, ndr) – ricorda – che si mise una maglietta con una vignetta sull’Islam e pensava di fare un gesto simbolico. Dopo qualche ora fu assaltato il consolato italiano a Bengasi. Ci furono 11 morti. Suggerisco prudenza sui gesti simbolici».
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