di RAFFAELE CICCARELLI*/ Dopo un lungo mese fatto di gare intense, equilibrate, con un gioco che il più delle volte ha riconciliato con il calcio, il Campionato del Mondo che sta vedendo il suo epilogo in Russia ha scelto le due finaliste che si contenderanno la corona di regina. Francia e Croazia, quindi, saranno le due sfidanti, un match per certi versi sorprendente e difficile da pronosticare in avvio, anche se perfettamente coerente con la trama che si è dipanata durante tutto il torneo. Sorprendono poco i francesi, compresi nel novero delle possibili vincenti, molto di più meravigliano i croati, dati per outsider, per la verità, ma ancora considerati poco continui a certi livelli. Credo ci siano pochi dubbi, al di là che una gara di finale spesso sfugge al pronostico, nel considerare i rappresentanti dell’Esagono quali favoriti in questa partita.
Francia, da principessa ad aspirante regina. Didier Deschamps, CT forse non amatissimo, che pure si è presentato al torneo con l’ombra di Zinedine Zidane a turbargli la tranquillità, si ritrova per le mani una squadra che, per forza e potenzialità, sicuramente può alzare la cielo la Coppa della Vittoria. Accanto a campioni, giovani ma già affermati, quali Paul Pogba, Antoine Griezmann, N’Golo Kantè, sta sbocciando la stella di Kylian Mbappè che, al netto di alcuni discutibili atteggiamenti, promette di poter ascendere alle vette occupate da Cristiano Ronaldo e Leo Messi. Il cammino è stato quasi al risparmio, un po’ spocchioso come è nella loro natura, quasi fosse scontato nella loro presunzione, con vette di gioco e di potenza toccate solo, a tratti, nel match con l’Argentina degli ottavi.
Croazia, la piacevole sorpresa. Diverso il cammino dei croati, disseminato da avversari meno nobili, forse, ma probabilmente perciò più tignosi da affrontare. Sempre in sofferenza, la squadra di Zlatko Dalic, nella fase a eliminazione diretta, passando ai tiri di rigore contro la Danimarca e i padroni di casa della Russia, ai supplementari contro l’Inghilterra, grazie ad un gol di Mario Mandzukic. Sempre, appunto, soffrendo, ma la sofferenza evidentemente è ancora retaggio di questa generazione di croati, figlia della guerra che ha insanguinato i Balcani ancora meno di un quarto di secolo fa, per questo forgiata per tutte le temperie che una partita di calcio può riservare, quasi con la sofferenza come codice genetico, la stessa che vai a leggere negli occhi di guerrieri come Dejan Lovren o Domagoj Vida, ma anche di più fini dicitori come Luka Modric o Ivan Rakitic.
Pronostico difficile. Per la somma di tutto quanto sopra, è perciò difficile fare un pronostico della finale, con la Francia che dovrà preoccuparsi di questa Croazia, al di là dei valori tecnici, il cui cammino ricorda molto da vicino quello del Portogallo di due anni fa all’Europeo, poi vinto proprio ai danni dei Blues, in casa loro. E, proprio per quanto detto sopra, la partita di domenica prossima allo stadio “Luzhniki” di Mosca, si presenta come la finale imperfetta, che chi vorrà vincere dovrà trasformare nella tempesta perfetta.
*Storico dello sport
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