di MARIO MEDORI/ La Claret Jug nelle mani e tutta l’Italia del golf ai suoi piedi. Francesco Molinari è il primo azzurro a vincere un Major: ci riesce nel 147° Open Championship, il torneo più antico e prestigioso della storia di questo sport, quello che garantisce il pass diretto per la leggenda. Da teatro degli incubi, il terribile course di Carnoustie diventa per un giorno il palcoscenico dei sogni. Ma solo quelli di Chicco. Era dal 1995 che i green non ci regalavano emozioni simili. Quell’anno, a St.Andrews, Costantino Rocca aveva solo sfiorato l’impresa (playoff perso con John Daly). Questa volta, Molinari le dà forma e concretezza grazie a un giro strepitoso (69, -2 di giornata, -8 per il totale), una vera e propria lezione di golf per strategia, tecnica, atteggiamento.
L’inizio della grande sfida vinta da Molinari. Partito a 3 colpi di distanza dal terzetto dei leader (tutti americani, compreso il campione uscente Jordan Spieth), Molinari arriva all’ultimo giro sapendo di dover tenere a bada tre clienti pericolosissimi: il vento, la pressione e Tiger Woods, compagno di gioco dell’ultimo round. Ed è proprio l’americano a interpretare meglio le prime 9 (l’unico tra i giocatori di alta classifica a uscire sotto par), trascinato dal sostegno del pubblico e dal richiamo della favola. Tutti sognano l’ultimo grande acuto del “Fenomeno”, tornato ai livelli di un tempo dopo due anni di passione. Ma questo è il giorno di “Chicco”. Mentre Tiger perde verve dopo il doppio bogey alla 11, Francesco continua a non sbagliare un ferro (13 par consecutivi) e, nel gran finale, mette il turbo: 2 birdie nelle ultime 4. L’ultimo, alla 18, è quello che ogni golfista sogna di imbucare da bambino. Il pubblico di Carnoustie è in piedi ad applaudire: standing ovation.
Trionfo azzurro. Ma c’è ancora da soffrire prima di gioire. Solo quando l’americano Schauffele manca il putt per l’aggancio in vetta, il trionfo di “Chicco” diventa certezza. E’ la resa della super corazzata americana (Kisner, Spieth e lo stesso Schauffle cadono uno dopo l’altro), mentre gli incredibili ritorni dei britannici Rose e McIlroy (secondi pari merito con Kisner) non bastano a rimescolare le carte. In vetta al leaderbord di Carnoustie c’è solo il tricolore. Dopo i vari Nicklaus, Hogan, Palmer e Woods, Francesco Molinari si aggiunge alla lista dei grandi che hanno vinto l’Open. Da oggi il suo nome è sulla mitica Claret Jug, e sui libri di storia del golf.
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