Cresce di ora in ora il bilancio delle vittime e dei danni per i due incendi scoppiati vicino ad Atene. Superato il numero di 70 accertati, si ipotizza che i morti posssano essere un centinaio. Il portavoce governativo Dimitris Tzanakopoulos ha fatto sapere inoltre che almeno 100 persone sono state ricoverate in ospedale, 10 delle quali in gravi condizioni.
La Grecia ha chiesto l’aiuto internazionale per la capitale, che vede decine di case distrutte e cittadini e turisti fuggire verso le spiagge per essere soccorsi tramite imbarcazioni.
Gli incendi interessano in queste ore la zona a nordest di Atene, come riferisce l’emittente greca Skai sul proprio sito citando – tra gli altri – un membro della Croce Rossa, Bill Andriopoulos. La situazione è drammatica: migliaia le persone evacuate, la località di Mati è incenerita. Il fumo denso ha raggiunto la capitale e si vede il Partenone avvolto da una nube fitta. Il governo greco ha chiesto aiuto all’Europa. Nel frattempo la Turchia, storicamente ‘rivale’ della Grecia, ha offerto aiuto nei soccorsi.
La Farnesina attraverso l’Unità di Crisi e l’Ambasciata ad Atene lavora per verifiche con le autorità locali ed assistenza ai connazionali, si legge in un tweet della Farnesina che diffonde anche un numero di emergenza da chiamare in caso di necessità: +390636225.
Il sindaco di Pikermi-Rafina, Evangelos Bournos, afferma che gli incendi hanno distrutto finora almeno 1.000 abitazioni nella zona. Si teme che alcune persone, per fuggire alle fiamme, si siano tuffate in mare e siano morte annegate.
“Ho visto cadaveri, auto bruciate, mi sento fortunata ad essere viva. Mati non esiste nemmeno più come insediamento”, è la testimonianza alla tv greca Skai, ripresa dai media internazionali, di una donna sopravvissuta agli incendi . Mati è una località turistica costiera nella regione di Rafina, a circa 40 km a nordest di Atene. Qui si conta il maggior numero di vittime, morte nelle loro case o nelle auto.
La Turchia ha offerto il suo supporto. “Siamo pronti ad aiutare”, ha detto il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu in una telefonata all’omologo greco Nikos Kotzias. Non è chiaro tuttavia se Atene accetterà l’offerta. I due Paesi, divisi da una storica rivalità e protagonisti anche di tensioni recenti, avevano in passato cooperato in caso di disastri naturali, come nella cosiddetta ‘diplomazia dei terremoti’ del 1999.
Nella vicina Mati la Guardia Costiera è stata costretta a intervenire per evacuare i turisti intrappolati sulla spiaggia. Un secondo incendio sta devastando le pinete in una zona a 50 chilometri a ovest di Atene. Il fumo denso, arrivato fin sulla capitale, ha costretto alla chiusura della principale autostrada di collegamento con il Peloponneso. Sul campo sono stati dislocati centinaia di vigili del fuoco e decine di mezzi. Sette aerei anti-incendio e quattro elicotteri cercano di circoscrivere i roghi dall’alto.
Il governatore dell’Attica, che ieri ha proclamato lo stato di emergenza nella zona est e ovest, sta mettendo a disposizione bus e cisterne di acqua per aiutare a domare le fiamme.
“Il fuoco infuria senza sosta, facciamo appello ai residenti di dirigersi verso Corinto per proteggere se stessi e i propri figli”, è il drammatico appello del vicesindaco di Megara, che sorge nei pressi di Kineta, dove le fiamme avanzano con maggiore velocità. “La gente piange, urla al telefono, mentre bruciano le auto parcheggiate e le sirene risuonano ovunque. L’aria è torrida, le fiamme sono vicine”, è la drammatica testimonianza di un cronista nei pressi di Rafina, non lontano da Penteli, epicentro dell’incendio.
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