LA SCIAGURA DI GENOVA/ Salito a 43 il numero delle vittime accertate: trovata una famiglia schiacciata nell’auto e un dipendente dell’Amiu. Poi la morte di uno dei feriti

Poche ore prima che venissero celebrati i funerali di Stato per le vittime del crollo del ponte Morandi i Vigili del Fuoco sono riusciti a estrarre dalle macerie i corpi di altre quattro persone che hanno perso la vita il 14 agosto scorso. I primi a emergere dai detriti sono stati, nella notte, i membri della famiglia Cecala: il papà Cristian, la mamma Dawna e la piccola Kristal, di 9 anni. La loro auto, completamente schiacciata, era stata individuata sotto un grosso blocco di cemento che faceva parte del pilone della struttura crollata nei pressi dell’argine sinistro del Polcevera.  L’auto è stata individuata nella notte, completamente schiacciata, sotto un grosso blocco di cemento che faceva parte del pilone della struttura crollato nei pressi dell’argine sinistro del Polcevera.

E poco più tardi anche il corpo dell’ultimo disperso, Mirko Vicini, 30 anni, dipendente dell’Amiu (la società ecologica del Comune). La madre, Paola, ha dormito per giorni accanto alle macerie: «Non me ne vado finché non lo trovano», ripeteva. «Non voglio andare a casa, voglio aspettare qui, voglio esserci quando lo troveranno». E quando si sperava che il bilancio ufficiale fosse finalmente definito è arrivata la notizia della morte di uno dei feriti in codice rosso: un camionista rumeno. Quindi il numero delle vittime del ponte Morandi,   che ha colpito Genova e l’Italia intera, è arrivato a 43. Non era invece nel capoluogo ligure il 14 agosto il cittadino tedesco dato per disperso: ha telefonato dalla Germania per comunicare di essere vivo. E’ sceso, invece, a 14 il numero dei feriti ricoverati negli ospedali, tra cui 11 in codice rosso.

Finora due delle tre aree di ricerca dell’esito del disastro sono state bonificate: si tratta di quella che si trova sul lato sinistro del fiume, dove ci sono i depositi dell’Amiu – l’azienda ambientale del Comune di Genova – e di quella al centro del Polcevera, dove ci sono i resti di diversi mezzi pesanti e di auto schiacciate da un enorme pezzo di ponte conficcato nel terreno.

Le ricerche invece continuano nella zona della ferrovia, lungo il lato destro del fiume: lì i vigili del fuoco stanno scavando sia attorno ai resti del pilone sia poco più in là, dove sotto un pezzo di ponte crollato si è aperto una sorta di cratere con ancora dei mezzi all’interno.

Sono in totale 667 le persone costrette a lasciare la propria abitazione a seguito del crollo. Il numero potrebbe aumentare poiché sono ancora in corso le valutazioni sugli sgomberi. Lo rende noto il Comune di Genova. La Protezione Civile comunale ha provveduto finora a far evacuare 11 palazzi e la situazione è sotto monitoraggio costante.

“Tutto il ponte Morandi andrà demolito con gravi ripercussioni al traffico e problemi per i cittadini e le aziende“. Lo ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi a Genova nella sede della Protezione civile.

E’ vero che alcuni testimoni che in auto si trovavano vicino al ponte Morando prima del crollo hanno visto, mentre imperversava il temporale,  “un fulmine colpire il ponte”. “Erano da poco passate le 11,30 quando abbiamo visto il fulmine colpire il ponte – ha detto Pietro M. all’Ansa – e abbiamo visto il ponte che andava giù”. Tuttavia, ha detto Rixi, un ponte del genere non crolla né per un fulmine, né per un temporale, vanno trovati i colpevoli”.

Le immagini aeree riprese dai vigili del fuoco confermano che le campate del ponte Morandi  hanno investito in prevalenza l’area del torrente Polcevera e la ferrovia, colpendo, tra gli edifici sottostanti, il centro Amiu e un’altra palazzina. Sono rimaste in piedi, invece, le campate laterali del viadotto che sovrastano, oltre ad Ansaldo Energia, almeno quattro grandi condomini con decine e decine di appartamenti.

Intanto Autostrade per l’Italia comunica che “sulla struttura – risalente agli anni ’60 – erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto” e che, “come da progetto, era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione”. “I lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova”, assicurano le Autostrade.

 

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