Quali conseguenze avranno le accuse shock contenute nel Rapporto di una commissione d’inchiesta dell’Agenzia antidoping mondiale (la Wada) nei riguardi dello sport russo? Questo rapporto, in 323 pagine, parla di coinvolgimento degli agenti del FSB – il servizio segreto russo – nelle Olimpiadi di Sochi e accusa il ministro dello sport di Mosca Vitaly Mutko di aver dato ordini diretti di ”manipolare alcune specifiche provette” per le analisi antidoping. Di conseguenza invita la IAAF a sospendere tutti gli atleti russi da ogni competizione di atletica leggera, accusando il governo russo di “intimidazioni dirette” nei confronti del laboratorio antidoping di Mosca.
Il presidente IAAF, Sebastian Coe, ha dichiarato: “Le informazioni contenute nel rapporto Wada sono allarmanti. Abbiamo bisogno di tempo per analizzarle correttamente e comprenderne i risultati. Nel frattempo ho invitato il Consiglio ad aprire un procedimento nei confronti della Federatletica russa”.
Mosca esclude ritiro medaglie e squalifiche – ”Non bisogna confondere le cose, la commissione della Wada non ha il diritto di sospendere nessuno”: lo ha precisato il ministro dello sport russo, Vitaly Mutko, promettendo la diffusione di un comunicato stampa. Le conclusioni della commissione della Wada non sono sostenute da prove e non contengono fatti nuovi: ha detto il ministro.
”Non c’è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglie, anche olimpiche, o di squalificarli, e nemmeno gli allenatori’’, ha affermato a sua volta Vladimir Uiva, capo dell’agenzia federale medico-biologica russa, commentando le conclusioni del rapporto della Wada. “Per farlo deve aver luogo una enorme quantità di processi giudiziari, ma io penso che non si arriverà a questo. Verrà fatta una richiesta al ministero dello sport e saranno date le spiegazioni necessarie”, ha spiegato.
Dal canto suo, Nikita Kamaiev, direttore esecutivo di Rusada (l’agenzia russa anti doping), ha precisato che “solo dopo aver esaminato il rapporto potremo dare le nostre valutazioni, i nostri commenti, e definire le nostre azioni”.
Inoltre l’agenzia antidoping mondiale (Wada) non ha mai contattato la nuova amministrazione della Federazione russa di atletica (Araf) mentre stava indagando sul presunto abuso di sostanze dopanti da parte di atleti russi, ha spiegato alla Tass il presidente ad interim dell’Araf, Vadim Zelicionok. “La Wada non ha mai lavorato con la nuova dirigenza dell’Araf – ha spiegato – e la federazione non ha mai ricevuto alcun documento che provi la sistematica distribuzione di sostanze dopanti nell’atletica nazionale”.
“Hanno una motivazione assolutamente politica, come le sanzioni contro la Russia”: così Vladimir Uiva, capo dell’Agenzia federale medico-biologica russa, ha commentato le conclusioni del rapporto Wada. ”Non c’è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglie, anche olimpiche, o di squalificarli, e nemmeno gli allenatori’’. ha aggiunto.
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