Sette minuti di applausi alla proiezione ufficiale per Suspiria di Luca Guadagnino, primo film italiano in concorso in questa 75/ma edizione del Festival di Venezia e remake dell’omonimo film di Dario Argento del 1977. In sala grande al Lido, oltre il regista di Chiamami col tuo nome, le attrici Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Chloe Grace Moretz, Jessica Harper, lo sceneggiatore David Kajganich e il musicista Thom Yorke.
“Suspiria” tra donne, estetica e sabba
di FRANCESCO GALLO (Ansa) – Certo in quanto a cura estetica e approfondimento dei personaggi e temi il ‘Suspiria‘ di Luca Guadagnino non fa certo rimpiangere l’originale. Le streghe raccontate dal premio Oscar sono in una Berlino in cui c’è chi va ad ascoltare le lezioni di Lacan, dove si parla di persone affette da ”costruzioni mitologiche” e dove irrompe, anche con il suo femminismo nascente, la banda Rote Armee Fraktion, la RAF più conosciuta come Banda Baader-Meinhof.
Quello che resta all’incirca uguale tra originale e remake è l’ossatura della storia e la consapevolezza che se nel film originale di Argento le ballerine-streghe erano forse solo un pretesto per dare dei personaggi a un horror, anche se con il sostegno del testo di Thomas De Quincey, in questo di Guadagnino la componente femminile è centrale, ingombrante, totale, sostenuta e forse voluta.
A confrontarsi in questo neo Suspiria sono infatti solo donne: streghe dichiarate, streghe inconsapevoli o solo in essere. E a prevalere in questo Suspiria 2018 è il culto della madre terra nella triplice versione demoniaca di Quincey che nel libro ‘Suspiria De Profundis‘, a cui si è ispirato Argento, dice di aver sognato la dea latina Levana, che lo avrebbe introdotto alle Nostre Signore del Dolore: Mater Lacrimarum, Nostra Signora delle Lacrime; Mater Suspiriorum, Nostra Signora dei Sospiri e Mater Tenebrarum: “Nostra Signora delle Tenebre”.
La storia ha luogo nella Germania degli anni ’70 in un’accademia di danza, la Tanz Akademie, dove una ballerina americana Susie Bannon (Dakota Johnson) piena di entusiasmo e talento decide di iscriversi. A capo della compagnia, la Markos Tanz Company, l’algida e luciferina coreografa Madame Blanc (Tilda Swinton) che sembra tanto Pina Bausch. Ma la scomparsa di alcune ragazze, e i tanti misteri che lentamente si rivelano nella scuola ci portano in maniera diretta dentro il più tradizionale dei sabba, dove la danza è possessione (”è come fare sesso con un animale” dice a un certo punto Susie) e dove le streghe hanno un vantaggio sugli umani:”ci vedono come parte del mondo reale” dice una di loro con disprezzo verso gli umani.
Nel cast del remake dell’omonimo classico horror diretto da Dario Argento nel 1977 tra gli attori anche Mia Goth, Chloë Grace Moretz e Jessica Harper già protagonista dell’originale. Frase cult del film, quella che la Swinton dice alla sua allieva Susie come indicazione estetica per una danza-sabba perfetta: ”Bisogna rompere il naso a tutto ciò che è bello”.
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