Dal prossimo 5 settembre, in 12 città italiane, sarà sperimentata la pistola taser. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. È importante tuttavia sapere cosa è accaduto negli Stati Uniti che, primi fa tutti, hanno introdotto l’uso di questo dispositivo di elettroshock. Lo scrive in una nota l’associazione Antigone.
Secondo le indagini effettuate da Amnesty International e dall’agenzia di stampa britannica Reuters, a partire dal 2000, anno di introduzione del taser, sarebbero stati circa 1.000 i morti a causa di questo tipo di pistola. Molti studi medici hanno certificato che per persone con precedenti disturbi neurologici o cardiaci la pistola taser ha rischi mortali. La stessa azienda produttrice americana è stata costretta ad ammettere che nello 0,25% dei casi c’è rischio di morte. Una percentuale allarmante.
“Vari organismi internazionali – sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – hanno espresso pareri fortemente contrari all’uso del taser. Come la pratica di polizia ha dimostrato negli Stati Uniti, il taser non ha ridotto l’utilizzo delle armi da fuoco da parte delle forze dell’ordine ma è divenuto invece uno strumento alternativo principalmente alle manette, in particolare per immobilizzare persone in stato di agitazione e principalmente con disturbi psichiatrici”. “Va ricordato – prosegue Gonnella – che la legge che introduce il taser è stata approvata nella precedente legislatura e che fin da allora avevamo espresso la nostra contrarietà. Infine, Taser è il nome di una multinazionale americana. Immaginiamo che questa operazione avrà costi significativi”.
“Riteniamo che il prezioso lavoro delle forze dell’ordine potrebbe essere meglio supportato in altro modo, ad esempio attraverso un serio supporto alle tecnologie investigative piuttosto che all’acquisto di armi potenzialmente letali” conclude il presidente di Antigone. (fonte: Askanews)
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