Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl anticorruzione che contiene una serie di misure, come il Daspo per i corrotti e l’impiego dell’agente sotto copertura. Il ddl anticorruzione è uno dei provvedimenti “particolarmente significativi e qualificanti delle iniziative di governo. E’ un provvedimento che si inquadra nell’ambito delle riforme strutturali che servono al Paese”, ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa dopo il cdm. Con questo provvedimento, ha detto Conte, il governo punta “restituire al nostro Paese competitività. L’Italia ha risorse culturali, economiche e sociali: bisogna cercare di realizzare le condizioni perchè queste potenzialità si sviluppino“.
“Se una persona è condannata in via definitiva per corruzione (e 8 nuovi reati sono stati inseriti) non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la Pubblica amministrazione. Per condanne fino a due anni, il Daspo può durare da 5 a 7 anni. Quando invece la condanna è superiore a 2 anni il Daspo è a vita, scritto nero su bianco. Il mio messaggio è che da ora in poi non se la cava più nessuno”, ha confermato Bonafede durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. L’agente sotto copertura – ha confermato – “era nel contratto di governo. Ora sarà utilizzabile dall’autorità giudiziaria anche nei reati di corruzione contro la Pa”.
Una revoca del daspo dagli appalti potrà essere concessa in caso di riabilitazione, ma solo passati 12 anni dall’espiazione della pena. Un periodo di tempo a cui vanno aggiunti i tre anni previsti per ottenere la riabilitazione. E’ quello che prevede – a quanto si apprende – una delle principali modifiche introdotte nel ddl anticorruzione approvato dal Cdm. Se il soggetto è recidivo, i tempi aumentano, perché in quel caso servono 10 anni per chiedere la riabilitazione.
“Con questa legge – ha detto Bonafede – dimostriamo che il governo vuole fare tesoro di quanto accaduto negli anni passati e varare legge anticorruzione all’avanguardia, che ci mette come Paese leader in questo campo. Non lasceremo scampo, non ci sarà margine di alcun tipo per il fenomeno della corruzione. Da ora in poi chi sbaglia paga, é certo”. “Chiamiamo questa legge – ha sottolineato – ‘spazza corrotti’ perché dopo tanti anni di battaglia in nome della legalità , della giustizia e dell’onesta portare in cdm un ddl che porta una vera rivoluzione nella lotta alla corruzione è motivo di orgoglio e commozione. Si apre una prospettiva di onestà per il Paese e ci permette di andare a testa alta nel mondo”.
“I pentiti nella corruzione – ha detto inoltre il Guardasigilli – è un altro punto della legge. Il patto tra corrotto e corruttore finora era molto solido, difficile per i magistrati intercettarlo, nessuno dei due poteva denunciare l’altro perché rischiava pene per corruzione. D’ora in poi chi corrompe non avrà certezza che il pubblico ufficiale corrotto non andrà a denunciare”.
“Entro la fine dell’anno ci sarà la nostra proposta sulla prescrizione. E’ una riforma da studiare con attenzione”, ha detto ancora il ministro della Giustizia.
“E’ una giornata importantissima – ha detto il vicepremier Luigi Di Maio – è approvato il disegno di legge anticorruzione voluto dal ministro Bonafede e da tutto il governo. E’ un cambio culturale per l’Italia. Quello che ci deve preoccupare di più é la percezione della corruzione, che forse non è possibile misurare, cioé come i cittadini percepiscono lo Stato, come uno dei più corrotti dell’Ue perché per anni disonesti cambiati furbi e onesti si sentivano fessi. Oggi diciamo agli onesti che lo Stato é dalla loro parte e iniziamo a stabilire un pò di giustizia sociale per chi paga le tasse tutti i giorni”. “Per quanto mi riguarda la lotta alla corruzione – ha puntualizzato – farà risparmiare miliardi di euro allo stato che potremo utilizzare per le imprese e per le persone senza lavoro, per la scuola, la sanità e i servizi pubblici”.
Ora la parola passa al Parlamento, dove è prevedibile che verranno apportate integrazioni o correzioni; ma l’impianto è difficile che venga distorto dal momento che è opinione di tutte le forze politiche (almeno quella dichiarata pubblicamente) che la corruzione è una delle piaghe che frenano e rallentano la nostra economia perché mina la fiducia degli operatori italiani e stranieri e rallenta il corso delle opere, aggravandone anche il costo.
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