L’operaio della fonderia Bozzoli, Giuseppe Ghirardini, sparito e trovato senza vita in un bosco nel bresciano sei giorni dopo la misteriosa scomparsa del titolare dell’azienda dove lavorava, è morto per avvelenamento da cianuro. Lo confermano gli inquirenti, dopo che nel suo stomaco è stato trovato un oggetto, contenente un’anima di cianuro non naturale che non si troverebbe sul mercato libero. Il veleno era in una sorta di baccello in silicato.
La capsula, a forma di bacca, era stata trovato nel corso dell’autopsia sul corpo dell’uomo e la Procura aveva disposto un accertamento irripetibile eseguito nell’istituto di Medicina legale di Brescia. Ghirardini, è stato ipotizzato, avrebbe ingerito il veleno bevendo da una bottiglietta che era accanto al cadavere. Anche il contenuto è stato analizzato. Tutte le ipotesi restano aperte: omicidio, suicidio o disgrazia?
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