Più numerosi del previsto (gli organizzatori sparano la cifra di 70mila) i manifestanti del Pd si sono radunati oggi in Piazza del Popolo a Roma sotto lo slogan “L’Italia che non ha paura” contro il governo Lega-M5S e, in particolare, contro il Def con i piani economici varati venerdì a palazzo Chigi. Ma soprattutto i militanti che hanno risposto all’appello del segretario reggente, Maurizio Martina, hanno voluto testimoniare la domanda di unità rivolta a tutti dirigenti del partito. Una domanda alla quale Renzi e Gentiloni hanno voluto dare una dimostrazione di buona volontà con un abbraccio tra loro a favore di telecamere.
Nel suo discorso Martina ha ricambiato agli esponenti del M5s e della Lega la stessa accusa che questi muovono agli esponenti del Pd: “Sono ossessionati dall’idea di trovare un nemico invece di trovare soluzioni per il Paese e passano il tempo sui social a insultare l’opposizione”. E accusandoli di essere “ladri del futuro” dipingendo a fosche tinte l’avvenire dell’Italia con la politica di questo governo.
Poi l’incoraggiamento ai suoi: “Avete dato una lezione a tutti noi. Questa è la piazza del risveglio democratico, è la piazza della speranza, del cambiamento, della fiducia e del futuro”. Il che autorizza Martina a dire che “serve un nuovo Pd per una nuova sinistra, per l’alternativa” e che “senza il Pd non ci sarà una nuova sinistra in questo Paese”.
Dopo che Renzi ha dato del “cialtrone” (lui sì che se ne intende) ai dirigenti dei Cinquestelle, Nicola Zingaretti ha affermato “se cambiamo ce la possiamo fare, può sembrar poco, ma fino a questa mattina, a ieri, anche questa possibilità, che potesse essere il Partito democratico il luogo nel quale o dal quale ricostruire un’alternativa era in discussione. C’è una forza politica ferita, divisa, anche fragile, ma che può reagire e credo che questa volta deve cambiare”.
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