di NUCCIO FAVA* – Il grido dei genovesi contro il ministro Toninelli dovrebbe estendersi a tutto il governo. Tanto più mentre si è alle prese con uno spread altalenante. Costruire la favola dei poteri forti e dei giornali che hanno enfatizzato il giudizio negativo dell’Europa fa però ricordare che gli unici entusiasti restano Di Maio e Salvini. Mentre nessuna voce, neppure di cauta comprensione o almeno di speranzosa attesa, si è levata. I giudizi sono tutti critici e fortemente preoccupati per il futuro e i danni alle nuove generazioni. Si denuncia una concezione assistenzialistica, per giunta di difficile applicazione non solo per il reddito di cittadinanza.
Anche il “condono fiscale” e il superamento della Fornero rispondono alla stessa logica elettoralistica, a esigenze di propaganda che difficilmente però potranno favorire la crescita ed il lavoro. Mentre sono questi gli elementi cruciali per il futuro del Paese attraverso investimenti e stimoli efficaci nei confronti delle imprese. Ma un governo autoreferenziale liquida come inaccettabile ogni critica e riserva. Preferisce sventolare di continuo il consenso che i sondaggi gli confermano in larga misura assunti acriticamente come approvazione e condivisione assoluta di Di Maio e Salvini. Quest’ultimo prosegue la sua campagna europea e solennizza a Roma l’alleanza con la Le Pen per una Europa che mandi a casa i burocrati dell’Ue e fondi l’Europa dei popoli.
A tutto questo assiste piuttosto muto il presidente del Consiglio. Lo stesso ministro Tria finge di non comprendere la gravità della situazione, non per cattiveria ma per incapacità di fronteggiarla con un chiaro cambiamento di rotta in Parlamento.
*Nuccio Fava è stato direttore del Tg1 e del Tg3 e responsabile delle Tribune politiche Rai
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