di SERGIO TRASATTI/ Mentre proseguono gli accertamenti sulle ossa ritrovate nella sede della Nunziatura Apostolica d’Italia, a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus, è stato approfondito nuovamente il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi; soprattutto alla luce dei recenti sviluppi. Tra gli altri è intervenuto il fratello della ragazza scomparsa a Roma nel 1983. Pietro Orlandi intervistato da Fabio Camillacci, a proposito del clamoroso ritrovamento, ha detto: “E’ stata una fonte interna alla Santa Sede a comunicare all’Ansa la notizia del ritrovamento di quelle ossa, associando subito la scoperta a mia sorella. E questa cosa mi ha colpito molto soprattutto conoscendo il tipo di comportamento che in questi 35 anni ha avuto il Vaticano sulla vicenda, cioè un comportamento di massima riservatezza e di silenzio”.
Pietro Orlandi replica al Segretario di Stato Vaticano. A proposito di quanto ha recentemente dichiarato monsignor Parolin poi il fratello di Emanuela Orlandi, alla Radio dell’Università Niccolò Cusano, ha dichiarato: “Un altro aspetto abbastanza strano è che il Segretario di Stato Vaticano monsignor Pietro Parolin l’altro giorno ha escluso che quelle ossa possano essere di Emanuela. Come fa a dirlo se le analisi sono ancora in corso? Evidentemente, se ne ha parlato, c’è un certo interesse da parte della Chiesa. E’ invece difficile da digerire la frase di monsignor Parolin quando dice che in questi anni il Vaticano ha fatto il possibile per arrivare alla verità e che da parte della Santa Sede c’è sempre stata trasparenza. Mi auguro che queste parole del Segretario di Stato oggi siano veramente un segnale di cambiamento rispetto al passato, che siano una presa di coscienza da parte della Chiesa per arrivare alla verità”.
Infine l’appello ai due Papi. Orlandi si è anche rivolto all’attuale Pontefice e al Papa Emerito dicendo: “Una cosa è certa, Papa Francesco sa cosa è successo a Emanuela, così come lo sa il Papa Emerito Benedetto XVI, così come lo sapeva Giovanni Paolo II. Il fatto stesso che Bergoglio, a inchiesta ancora aperta, mi abbia detto ‘Emanuela sta in cielo’ vuol dire che sa che fine ha fatto Emanuela. Non a caso dopo che mi disse quella frase, il muro di omertà si è alzato ulteriormente: non ho mai più ricevuto dal Papa una risposta, una spiegazione, un incontro, un segnale, una parola, nonostante le mie tante richieste avanzate al suo segretario. Evidentemente dopo 35 anni c’è ancora qualcosa che pesa tanto sull’immagine della Chiesa”. In attesa delle analisi sulle ossa rinvenute presso la Nunziatura Apostolica d’Italia, il giallo continua.
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