Si è conclusa con la stretta di mano (come mostra la foto) tra il generale Haftar (l’uomo forte della Cirenaica) e Al Sarraj (capo del governo di unità nazionale della Libia), propiziata dal premier italiano Giuseppe Conte, la Conferenza di Palermo sulla Libia voluta e organizzata dal governo italiano per favorire un clima di pace e di reciproco rispetto tra le due realtà del grande paese africano che affaccia sul Mediterraneo.
Haftar ha accettato di essere presente a Palermo, ma – come ha preavvertito – per avere contatti e incontri ad alto livello, senza tuttavia partecipare alla conferenza, ripartendo prima che questa giungesse alla conclusione. Inoltre, secondo fonti diplomatiche, durante l’incontro il generale avrebbe assicurato che Sarraj potrà restare al suo posto fino alle elezioni. “Non si cambia cavallo mentre si attraversa il fiume”, avrebbe detto ad al Sarraj.
Le stesse fonti ritengono ci sia una buona possibilità che la Conferenza Nazionale della Libia, primo passo nella road map Onu verso le elezioni, si possa svolgere a gennaio. E Conte twitta: ‘L’Italia riunisce i protagonisti del dialogo‘.
“Riteniamo fondamentale – ha detto il nostro presidente del Consiglio, intervenendo alla sezione plenaria della Conferenza di Palermo – cogliere questa occasione per sostenere il cessate il fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l’attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati. In questa sede la Comunità internazionale potrà anche esprimere un sostegno concreto alla creazione e al dispiegamento di forze di sicurezza regolari”.
“Dobbiamo fare in modo che gli esiti di questa Conferenza e lo spirito di Palermo, mi piace chiamarlo così, non si esauriscano oggi e qui – ha detto ancora il Conte -, bensì si traducano in un impegno concreto a portare avanti l’agenda con costanza e determinazione. L’Italia continuerà ad assicurare il suo massimo impegno e mi auguro che tutti i partecipanti possano fare altrettanto”. Conte, in merito a richieste di “assistenza tecnica, anche sul piano del training”, ha evidenziato che il governo italiano “farà la sua parte“.
Di tutt’altro tenore la dichiarazione del vicepresidente turco Fuat Oktay al momento di lasciare Villa Igiea, a lavori non ancora conclusi: “Qualcuno all’ultimo minuto ha abusato dell’ospitalità italiana“, ha aggiunto, alludendo – ma senza mai nominarlo – al generale Khalifa Haftar. “Sfortunatamente – ha sottolineato – la comunità internazionale non è stata capace di restare unita. Il meeting informale di stamattina a margine della Conferenza di Palermo sulla Libia è stato presentato come un incontro tra i protagonisti del Mediterraneo. Ma questa è un’immagine fuorviante che noi condanniamo. Per questo lasciamo questo incontro profondamente delusi”, ha concluso Oktay.
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