Champions League: Roma e Garcia nel pallone, il Barcellona umilia la squadra giallorossa con un risultato tennistico. Show del trio “maravilla” in blaugrana

suarezdi Fabio Camillacci/

Roma inesistente, impaurita, mal posizionata (specie in difesa) con poca dignità e mordente, rivive al Camp Nou i fantasmi della disfatta dell’anno scorso all’Olimpico contro il Bayern Monaco; una mazzata che ne condizionò l’intera stagione. La differenza è che stavolta, contro il Barcellona che Garcia definisce nel dopo partita “un’armata invincibile”, prende un gol in meno rispetto al match contro i bavaresi, sei invece che sette, ma il risultato è che arriva l’ennesima batosta per la squadra giallorossa in campo internazionale. Dopo questo 6-1 contro i marziani blaugrana dell’ex nocchiero di Trigoria Luis Enrique, il ricordo va anche all’1-7 dell’Old Trafford contro il Manchester United, nell’era Spalletti, a dimostrazione che questo club alla fine non cresce mai, nonostante certi annunci dirigenziali e i sogni di grandezza della tifoseria.

Assenza di manico in casa Roma. Garcia? Nuovamente in confusione tecnico-tattica. Come sempre, o quasi. Lo ripetiamo: ha in mano una “Ferrari” ma la guida come una “Topolino”. Insomma, il francese si conferma un tecnico non all’altezza della situazione. Va bene per il Lille non per l’ambiziosa Roma. Questa squadra è lo specchio del suo allenatore, nel bene e nel male: troppo spesso nel male. Non ha assolutamente la mentalità vincente dei Capello, dei Mourinho, degli Ancelotti e via dicendo. E’ un tecnico mediocre, tutto qui. Ma Garcia, pupillo di patron Pallotta, rimane intoccabile: almeno fino a giugno. Quando forse sarà troppo tardi.

La partita. Il Barcellona è in stato di grazia come testimonia il 4-0 con cui sabato ha passeggiato al Bernabeu nel “Clasico”, ma la Roma ci ha messo del suo con certi svarioni difensivi (irriconoscibile Manolas, mediocre Rudiger) facilitando così il lavoro del micidiale tridente offensivo della migliore squadra del mondo. Strano che in questo festival del gol non abbia messo lo zampino Neymar. “O’Ney” si è limitato a regalare giocate spettacolari e tocchi sopraffini, mentre Messi e Suarez ne hanno fatti due a testa (molto bello in particolare il secondo personale del “Pistolero” con un tiro al volo). Gli altri due gol sono stati segnati da Piquè, un regalo di Messi che si era appena letteralmente “bevuto” la difesa avversaria, e Adriano che ha ribattuto in rete il rigore che Szczesny aveva respinto a Neymar.

Dzeko delude. L’emblema della disastrosa prova della Roma è anche uno Dzeko che sta diventando un caso, nonostante la “rete della bandiera” segnata con un colpo di testa al 91′. Il bosniaco, che peraltro non ha ricevuto palloni giocabili, si è infatti divorato una rete in apertura con un colpo di testa sbagliato da facile posizione; mentre a 8′ dalla fine si è fatto parare un rigore dal portiere blaugrana Ter Stegen. Per il resto, ha caracollato per il campo, cercando di impegnarsi in un gioco di sponde generoso si ma che non è ciò che si aspettavano tifosi e dirigenti romanisti che in lui avrebbero voluto vedere un bomber micidiale come fu Batistuta. Uno che, tanto per dire, ai tempi della Fiorentina, mise il silenziatore al Camp Nou con una rete spettacolare.

Nonostante tutto, la qualificazione agli ottavi di finale è più vicina. L’unica nota positiva per questa Roma travolta dal Barcellona è infatti che il passaggio del turno è ancora possibile, visto che basterà vincere nell’ultimo turno della fase a gironi in casa contro il Borisov, tra due settimane. Ma il problema è che dopo una serata del genere, che ha impietosamente messo in luce tutti i difetti di una squadra che vorrebbe competere per lo scudetto, ci potrebbero essere riflessi anche in campionato; dove continueranno a non esserci, almeno per ora, Salah e Gervinho, cioè due uomini che stasera a Garcia avrebbero fatto molto comodo. Non a caso uno come Iturbe, entrato a inizio ripresa, con la sua velocità è riuscito a creare un paio di grattacapi al Barça. Sarà il match di domenica contro l’Atalanta a farci capire a che punto sia la Roma, soprattutto dal punto di vista mentale; in attesa anche del mercato di gennaio dove il d.s. Sabatini dovrà assolutamente lavorare per prendere almeno un difensore di livello.

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