“Una condotta che deriva da una situazione in cui troppo potere è stato concentrato nelle mani di una sola persona per lungo tempo, e che richiederà un processo penale”. Lo ha detto l’attuale amministratore delegato della Nissan, Hiroto Saikawa, riferendosi all’arresto del top manager Carlos Ghosn, con l’accusa di violazione della legge finanziaria.
Il presidente della Nissan-Renault-Mistubishi Motor, Carlos Ghosn, è stato trattenuto in stato di arresto con l’accusa di aver violato regolamenti finanziari relativi al suo compenso. Il manager 64enne avrebbe fornito informazioni false sul proprio compenso e sui bilanci aziendali.
Ghosn era stato nominato presidente della Nissan nel 2000, ed è tra i maggiori responsabili del progetto di fusione con la francese Renault, che ha consentito alla casa automobilistica nipponica il ritorno alla redditività dopo una lunga crisi, tramite un drastico processo di ristrutturazione e un piano di riforme considerato aggressivo per gli standard aziendali giapponesi. Sotto la sua guida quasi ventennale la seconda casa automobilistica giapponese è riuscita a negoziare accordi più competitivi con i produttori di acciaio, innescando una concorrenza sempre più serrata tra i costruttori di auto per l’approvvigionamento delle materie prime.
Nel 2016, dopo la scandalo delle emissioni della Mitsubishi Motors e il conseguente crollo delle vendite, Nissan ha rilevato la casa concorrente e Ghosn è diventato il presidente della nuova alleanza, che nella prima parte del 2018 ha superato la Volkswagen per volumi di vendita.
Dopo la perquisizione odierna degli uffici nel quartier generale di Yokohama, la Nissan ha emesso un comunicato in cui ha confermato la propria cooperazione con le autorità finanziare, e ha reso noto che nel corso del prossimo consiglio di amministrazione verrà proposto il licenziamento del top manager.
Le segnalazioni all’interno dall’azienda dimostrano che Ghosn ha falsificato documenti nel corso di diversi anni, rilevando la cattiva amministrazione di asset aziendali. Nissan ha anche aggiunto che coopererà con l’investigazione e fornirà le informazioni necessarie.
Renault chiude in forte calo in Borsa a Parigi con il titolo che cede l’8,4% a 59,06 euro, ai minimi degli ultimi tre anni, dopo l’arresto del presidente.
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