ROADSHOW DIABETOLOGIA/ Le morti per diabete si possono evitare

Le morti per diabete si possono evitare: lo ha sottolineato il professor Enzo Bonora nel corso del “Roadshow diabetologia” organizzato da “Motore Sanità” a Milano al Centro congressi Palazzo Stelline. Ha aperto i lavori l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, il quale ha detto che occorre investire di più nella ricerca.

Una persona con diabete di tipo 2 ha una probabilità doppia di avere malattie cardiovascolari. Ed è a rischio infarto almeno quattro volte in più rispetto a una persona che non ha questa patologia. A sottolinearlo è stato Stefano Genovese – responsabile dell’Unità clinica e ricerca di diabetologia, endocrinologia e malattie metaboliche presso IRCCS Centro cardiologico Monzino di Milano – intervenuto al “Roadshow diabetologia – diabete mellito e complicanze cardiovascolari” organizzato al Palazzo delle Stelline da “Motore Sanità”.

“Non subito, ma con il tempo – ha proseguito il dottor Genovese – il diabete diventa equivalente a una malattia cardiovascolare. E quindi fondamentale vi siano sistemi di monitoraggio della glicemia”. Si è poi soffermato sul fatto che non tutti i farmaci sono uguali e c’è un problema per quelli innovativi che attualmente non possono essere prescritti dal medico di medicina generale. “Bisogna aggredire il diabete – ha concluso – cercando di ridurre la glicemia, riportandola a valori normali”.

Ad aprire l’incontro è stato l’assessore al Welfare Giulio Gallera che ha evidenziato la necessità di investire per la ricerca, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.

 “Tutelare e assistere i malati di diabete rientra nelle priorità di Regione Lombardia. L’attenzione che poniamo nei confronti di chi è affetto da malattia cronica – ha detto Emanuele Monti, presidente della III Commissione Sanità e Politiche sociali Regione Lombardia – fa parte della strategia che, come III Commissione Sanità e Politiche Sociali, stiamo portando avanti per garantire ai cittadini della Lombardia un servizio sempre più efficiente, che ponga al centro della nostra azione politica il malato e le sue esigenze sia di cura sia per poter vivere la quotidianità nella maniera più normale possibile. In questa direzione va l’impegno, intensificatosi negli ultimi mesi, da quando ho assunto la guida della Commissione Sanità, verso il costante confronto sulle diverse patologie per portare avanti un dialogo con le associazioni, gli enti, i medici e i malati stessi, così da trovare sempre nuove soluzioni per migliorare la vita dei pazienti”.

Il diabete è una malattia cronica e va seguita come tale. Il dottor Davide Lauri, medico e presidente della Cooperativa Milano Centro gestore della presa in carico, ha evidenziato che attualmente il paziente diabetico “va dal medico di famiglia almeno otto volte l’anno”. Un recente studio ha dimostrato che se il MMG promuove sani stili di vita, le condizioni di salute dei pazienti migliora sensibilmente. Su 81 persone che hanno ascoltato i consigli del proprio medico, il 34%, un anno dopo, è risultato non essere più un pre-diabetico.

Una modalità di relazione medico-paziente che in Lombardia sta facendo scuola, con 34 cooperative individuate come gestori della presa in carico del paziente. Rimane il nodo delle liste d’attesa e dell’ampliamento della rete. L’integrazione con gli specialisti può avvenire, ad esempio, con il PAI.

“Non è un problema di risorse in senso assoluto – ha evidenziato Giacomo Bruno, Department of drug sciences dell’Università di Pavia – ma di loro distribuzione. Perché il nostro sistema sanitario si trova ad affrontare un costante aumento della domanda e dei pazienti. In Italia, il 38% delle persone è malato cronico. E i farmaci del diabete hanno un impatto minimo in termini economici. È fondamentale incidere sul miglioramento degli stili di vita”.

Nel corso della tavola rotonda, Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia, ha evidenziato la necessità di inserire nella rete di relazioni la farmacie, che può supportare il malato sia nella fase di prevenzione sia nel percorso di cura.

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