di FEDERICO BETTA – Cosa succede se una bella addormentata decide di svegliarsi da sola? Che cosa resta a chi perde il ruolo che ha recitato per secoli? Cosa siamo disposti ad abbandonare? Cosa cerchiamo veramente?
In questa selva di interrogativi, con un lavoro al tempo profondo e leggero, ci accompagna Bella Addormentata, spettacolo in scena nella rassegna Tales of Women del teatro Trastevere di Roma (con Francesca Farcomeni che condivide il progetto e la regia con Alessio Manuali).
Bella, questo il nome della protagonista, vive in un mondo di desiderio e sogno, un mondo di attesa che la vede immobile a guardare da una metaforica finestra sul vuoto. Una realtà immaginaria si compone e scioglie continuamente davanti ai nostri occhi, in una rincorsa che cerca di trattenere un sogno che pare svanito da molto tempo.
Concentrato immaginario delle paure immerse nella visibilità collettiva, Bella Addormentata parla di una principessa senza principe e di tutti i desideri che forse non riusciamo più a esprimere. Come se non avessimo più catene da cui fuggire ci racconta rinchiusi in una eterna attesa di qualcun altro che ci liberi, come fossimo orfani di una storia che forse non ci riguarda più.
I livelli narrativi e al tempo stesso recitativi, attoriali, si alternano costantemente in uno spettacolo che riesce a combinare l’iconografia delle fiabe che hanno nutrito la nostra infanzia, alla necessità di protagonismo di una donna in carne ed ossa, con una interessante deriva riguardo al narcisismo ai tempi della rete: “La mia faccia sarà su tutte le tazze, sugli spazzolini, sui bus…E anche io avrò il mio fan club!”. La scrittura di scena gioca con il pop e gli archetipi, con il grottesco e il dramma, pare comporsi e cercare senso davanti ai nostri occhi, in tempo reale.
Una precisa architettura di luci, sospende il monologo a una rete di fili legati invisibili, in uno spazio metafisico, sballottato in un’atmosfera che è quasi puramente mentale. Ma quell’elemento etereo è reso però chiaro e concreto grazie agli inesauribili registri di un’attrice che si muove con generosità tra le emozioni. Come condividesse con il pubblico il tempo dell’attesa, Francesca Farcomeni sa metterti in guardia e farsene carico, pronta a offrirti la sua storia per regalarci un risveglio che mai avremmo pensato.
Parallelamente al breve romanzo È stato così di Natalia Ginzburg, Bella è una donna che vede e riflette sulla sua condizione fino a sfilarsi una corona da principessa non baciata, per indossare un più prosaico impermeabile che la protegge dalla pioggia. Ed ecco che la fiaba ripetuta nei secoli si fa immediatamente contemporanea, comica e malinconica, a tratti nera, in un lavoro evidentemente nato dall’urgenza: dallo sgretolamento e dalla ricomposizione delle nostre aspirazioni, nascono le nostre piccole o grandi rivoluzioni. Che il risveglio sia collettivo per tutte e tutti noi!
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