Il capo della Lega Matteo Salvini continua nelle sue “invasioni di campo” – questa volta sul TAV (Treno ad Alta Velocità Torino-Lione) – sostenuto (oltre che da Berlusconi) anche dai vari esponenti del Pd, ma il capo del Cinquestelle, Luigi Di Maio, lo stoppa.
Dopo essersi esibito ieri, in giubbotto della polizia, nel tunnel di assaggio della Torino-Lione, il vice presidente del Consiglio leghista si dilunga oggi sull’argomento in una intervista sui due giornali di proprietà del mega imprenditore Caltagirone: Messaggero e Mattino. «Ma figuriamoci! Nessuno stop – dice all’intervistatore-. Un conto sono le parole, un conto sono i fatti. L’intesa si trova sempre. Così è stato in questi otto mesi. E sarà così anche stavolta». Poi indica la via della mediazione: «Il mio tono è quello del pragmatismo Si può risparmiare un miliardo tramite alcune modifiche e si può rivedere in questo senso il progetto, come dice il Contratto di governo, e non vedo grandi problemi».
Poi ammette che la Tav (o il Tav, se si preferisce) non basta, prevenendo l‘obiezione del M5s che i soldi da spendere per quell’opera, progettata tanti anni addietro (e perciò secondo alcuni inutile), andrebbero impiegati per aprire molti cantieri per opere pubbliche utili in molte regioni del paese, ammette che – in una fase di rallentamento generale dell’ economia, dalla Cina alla Germania – dobbiamo rilanciare un grande piano di opere pubbliche, (in cui rientra lui fa rientrare anche la Tav,… ma i soldi dove sono?) e parla di 400 progetti da Nord a Sud”, chiamandoli “un grande Piano Marshall sulle opere pubbliche”, da affiancare “manutenzione degli ospedali e delle scuole”.
Già: I fondi? Scarica il compiuto sui disastrati comuni: «Nelle casse dei Comuni i soldi ci sono», dice, sapendo di mentire.
Luigi Di Maio, però, non fa passare liscia, questa volta, l’arroganza nordista di Salvini. E, parlando a Penne, in Abruzzo, (dove si vota domenica 10 febbraio per la Regione) a sostegno della candidata Sara Marcozzi (foto) ribadisce: «Fino a quando ci sarà il M5S al governo, per quanto mi riguarda, la Tav Torino-Lione non ha storia e non ha futuro». «Le peggiori lobby di questo Paese – ha affermato ancora il capo politico del M5s nonché vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico – vogliono che si inizi a fare la Tav Torino-Lione, che è a zero come cantiere. Quando tutti quei signori che hanno sostenuto l’opera, come Renzi e Berlusconi, stanno da una parte, il M5S sta dall’altra, ovvero dalla parte delle opere utili, come quella di una nuova metropolitana a Torino, una linea Roma-Pescara, una linea Roma-Matera, una linea Tav Palermo-Catania. Cioè dalla parte delle opere da fare. Quando quei signori dei grandi potentati economici che hanno ridotto questo Paese in queste condizioni cominciano a tifare per un’opera inutile come la Torino-Lione il M5S sta dall’altra parte».
Di Maio aggiunge di essere d’accordo sul velocizzare i cantieri e a tale scopo propone subito un tavolo con l’associazione nazionale costruttori italiani per scrivere un decreto legge che velocizzi le procedure dei cantieri. «Non possiamo smantellare il codice degli appalti con una legge ordinaria. Dobbiamo farlo con urgenza. Acceleriamo i cantieri: non sono chiusi, semmai sono lenti, ma sono tutti aperti e stanno funzionando».
E insiste: «Più che scontro aperto, sulla Tav il discorso è chiuso: possiamo semplicemente dire che finché il M5s sarà al governo quel cantiere non inizierà, perché finora non è stato scavato neanche un centimetro».
Commenta per primo