Questa mattina alle 7 iniziano nei seggi elettorali in Sardegna gli scrutini e si conoscerà l’esito della votazione, conclusasi ieri sera alle 22, per la elezione del nuovo presidente e del nuovo consiglio regionale. Intanto ieri sera il consorzio dei sondaggisti “Opinio Italia” ha fornito alla Rai l’esito degli exit poll, secondo i quali la lista di partito più votata è quella del M5s con una percentuale oscillante tra il 14,5% e il 18,5%, ma questo conta poco perché la legge elettorale sarda stabilisce che il candidato presidente che prende anche un solo voto in più degli altri candidati diventa presidente e le liste coalizzate con lui conquistano anche un premio di maggioranza.
E allora negli exit poll, il candidato della coalizione di centrodestra Christian Solinas, con una percentuale oscillante tra il 36,5% e il 40,5%, precede di un soffio il candidato della coalizione di centrosinistra, Massimo Zedda, che si attesta tra il 35 e il 39%; al terzo posto si colloca il candidato pentastellato Francesco Desogus è dato tra il 13,5 al 17,5%.
Più marcato il divario fra le coalizioni se si guarda il voto di lista: il centrodestra si attesterebbe al 42-46% e il centrosinistra (28-32%). I Cinquestelle e gli altri 4 candidati non hanno alcuna coalizione.
Per quanto riguarda le singole liste, come dicevamo, il M5S è il primo partito con una forbice tra il 14,5 e il 18,5, seguita dal Pd che registra una forchetta tra il 12,5 e il 16,5% mentre la Lega si piazza terza con percentuali che vanno dal 12 al 16%. Quarta Forza Italia (6-10%), infine Fratelli d’Italia (2,5-5%).
Gli elettori chiamati alle urne erano 1.470.463. In lizza sette candidati a presidente della Regione, ma le liste erano 24 perché ciascun candidato presidente poteva “apparentarsi” con più liste, ad eccezione del M5s, che, anche in questo caso, correva da solo con la sua lista.
In tutto, i candidati ai 60 seggi del Consiglio erano ben 1.440. I candidati a presidente erano 7 : Francesco Desogus (M5s), Massimo Zedda (centrosinistra), Christian Solinas (centrodestra), Mauro Pili (Sardi liberi), Andrea Murgia (Autodeterminatzione), Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi), Vindice Lecis (Sinistra sarda).
Come accennato prima, in base alla legge elettorale in vigore in Sardegna viene eletto presidente il candidato che ottiene più voti, inoltre gode di un “premio di maggioranza” che consisterà in un numero di seggi in più a seconda della percentuale con la quale sarà stato eletto. E cioè: il 55 per cento dei seggi (33 su 60) se il presidente eletto ha ottenuto tra il 25 e il 40 per cento dei voti; il 60 per cento dei seggi (36 su 60) per una percentuale di preferenze compresa tra il 40 e il 60 per cento. Non è invece previsto alcun premio di maggioranza se il presidente eletto ha ottenuto meno del 25 per cento dei voti.
Inoltre gli elettori sardi si confrontavano con due particolarità: la doppia preferenza di genere (per cui potevano indicare nella scheda due nomi di candidati: un uomo e una donna della stessa lista) e il voto disgiunto (per cui potevano votare per una lista e allo stesso tempo per il candidato presidente di un altro schieramento).
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