Non un incendio doloso, ma, con tutta probabilità, un corto circuito generato da un cavo elettrico tranciato nella caduta di un traliccio a causa del fortissimo vento è stato l’innesco del grande incendio sviluppatosi nel piccolo comune di Cogoleto, a ponente della città metropolitana di Genova , e che ha percorso a macchia di leopardo un’area di 100 ettari. 47 le persone sfollate, due case distrutte, chiusa l’A10 per ore, scuole chiuse, qualche intossicato lieve e tanto panico nella lunga notte che ha impegnato squadre dei vigili del fuoco da tutta la Liguria e da Pavia, Massa e Piacenza e, con le prime luci, due canadair e un elicottero.
“E’ stata una notte durissima. Per fortuna adesso stanno intervenendo i mezzi aerei e la situazione è meno grave”: con questa dichiarazione il vicesindaco di Cogoleto, Marina Costa, aveva fatto il punto in mattinata della situazione drammatica vissuta in Liguria dall’area intorno a Cogoleto, ma con ripercussioni su una grossa fetta della regione perché il rogo è partito dalla parte alta ed è arrivato fino al mare, sospinto da una vento fortissimo, con una serie di focolai che hanno determinato anche una paralisi del traffico sulle arterie liguri. “Al momento è difficile fare una prima stima – prosegue Costa – perché le fiamme sono ancora attive. Sicuramente ci sono due abitazioni raggiunte dalle fiamme, diversi magazzini e auto distrutte”.
Il sospetto che l’incendio avesse origini dolose lo aveva avanzato il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti. Il quale si era anche spinto ad affermare che “bisogna pensare a pene assai severe per chi con le sue azioni mette a rischio la nostra natura, le nostre proprietà e soprattutto le vite umane. Spero – aveva aggiunto tuttavia – che il rogo non sia stato doloso, anche se temo che lo sia”.
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