di FABIO CAMILLACCI/ Dal punto di vista sportivo, è stata davvero una “Settimana Santa” quella di Fabio Fognini. La settimana perfetta coronata nel giorno di Pasqua con un abbraccio alla famiglia, alla compagna ex tennista Flavia Pennetta, a Corrado Barazzutti e a tutto il suo staff. L’azzurro, infatti, al termine di una splendida cavalcata, ha conquistato il Masters di Montecarlo, terzo 1000 della stagione, il primo sul rosso: mai nessun italiano ci era riuscito nell’era Open. Sul campo Ranieri III del Country Club del Principato di Monaco, il 31enne di Arma di Taggia (Imperia), numero 18 del ranking mondiale e 13° favorito del seeding, ha battuto in finale col punteggio di 6-3, 6-4 il serbo Dusan Lajovic (48 Atp) in un’ora e 38′ di gioco. Fino a oggi, l’unico italiano a trionfare a Montecarlo nel secondo dopoguerra era stato Nicola Pietrangeli, campione in tre occasioni: 1961, 1967 e 1968.
Numeri importanti per Fognini. Quella contro Lajovic per Fabio era la finale numero 19 in carriera. Ora salgono a 9 i titoli vinti. Tra questi, è sicuramente l’ultimo, cioè quello centrato oggi, il più importante e prestigioso. E dire che in questa edizione del torneo il “Fogna” aveva rischiato di uscire al primo turno contro Rublev. Superato l’ostacolo, da quel momento in avanti Fabio ha beneficiato del ritiro di Simon, per poi battere in serie: Zverev, Coric e soprattutto Rafa Nadal in semifinale. E così da lunedì Fognini toccherà il suo best ranking salendo al 12° posto mondiale come fatto in passato da Paolo Bertolucci nel 1973.
La finalissima. Probabilmente, quella contro Lajovic è stata la peggior partita giocata da Fognini in questa settimana magica monegasca: contratto, teso e con il braccio poco reattivo. Insomma, un lontano parente di quanto visto 24 ore prima contro Nadal. Il trionfo vale doppio anche per questo motivo e per il problema fisico accusato dal tennista ligure a metà del secondo set. La fasciatura alla caviglia e alla coscia destra ha fatto tremare tutta Italia. Nel finale di match si è giocato a non sbagliare, con l’azzurro bravo a concretizzare sulla seconda palla di servizio (65%) e con più punti del rivale (69-56). Fognini si era presentato a Monaco con un record di 4-8 e senza nemmeno un successo sul rosso, comprese un paio di deleterie eliminazioni al 1° turno: in una settimana ha ribaltato una stagione, anzi un’intera carriera. Chapeau.
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