Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “squalifica” come “scorrettezza istituzionale” l’incontro con “le parti sociali” (rappresentanze di organizzazioni economiche, imprenditoriali e sindacali) convocato dal capo della Lega, Matteo Salvini, non nella sede del suo partito, bensì al Viminale, sede del ministero dell’Interno, per consultarle sulla flat tax. E ribadisce che la manovra economica è materia di cui si occupa Palazzo Chigi con il ministro dell’Economia. Punto e basta.
Oggetto della nuova tensione l’incontro che il vicepremier ha avuto con le parti sociali al Viminale sulla manovra economica per il 2019, con accanto l’ex sottosegretario Siri (foto a destra), costretto a dimettersi dopo essere stato coinvolto in una inchiesta percorruzione. Arrogante e mendace la replica del capo leghista: “Nessuno vuole sostituirsi all’esecutivo. Non mi interessa portare via il lavoro ad altri, a Tria, a Conte o a Di Maio”. E aggiunge provocatoriamente: “Ho già reinvitato le parti sociali, ci riconvochiamo nella prima settimana di agosto, io sarò in ufficio, identica riunione con le stesse 43 associazioni. Ci vedremo martedì sei o mercoledì sette agosto”.
Anche l’altro vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, è intervenuto con toni molto duri su Facebook: “Per quanto riguarda la partecipazione dei sindacati al tavolo con Siri affar loro. Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza. Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo (per tutti stipendi di almeno 9 euro lordi l’ora), quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d’oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi!”, ha scandito il ministro del Lavoro. Quanto alla flat tax, “non solo è sì, ma facciamola anche prima di settembre se il piano della Lega è già pronto. Basta che aiuti le famiglie normali e non si facciano scherzetti agli italiani. Per anni abbiamo avuto governi che davano 1 e toglievano 10. Il gioco delle tre carte no, ma sono fiducioso. Per quanto mi riguarda – ha sottolineato ancora – basta recite, pensiamo a governare!”.
Chiamati in causa, anche i sindacati dicono la loro in replica a Di Maio. In un comunicato congiunto affermano: “Cgil Cisl Uil sono state convocate oggi dal vice presidente del consiglio Matteo Salvini insieme ad altre 40 organizzazioni di rappresentanza in vista della prossima legge di bilancio, incontro peraltro ampiamente annunciato nei giorni scorsi. Appaiono, quindi, del tutto inaccettabili ed offensive, nei toni e nella sostanza, le osservazioni nei confronti dei sindacati avanzate oggi dal vice premier Di Maio, al quale ricordiamo che siamo stati ricevuti quindici giorni fa dal presidente del Consiglio Conte, insieme allo stesso vicepremier Di Maio, e siamo ancora in attesa di ricevere la calendarizzazione degli incontri specifici cosi come aveva garantito il presidente del Consiglio per affrontare i temi contenuti nella nostra piattaforma unitaria, illustrata peraltro almeno tre volte al presidente del Consiglio”.
Ma le polemiche sono destinate a proseguire nei prossimi giorni. Resta il fatto che Salvini continua a giocare sporco. E un personaggio che si comporta come lui appare sempre più inaffidabile e pericoloso, nonostante ciò che emerge dai sondaggi.
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