di FABIO CAMILLACCI/ Riscatto immediato per Lewis. Dopo la disastrosa gara in Germania, Hamilton rialza subito la testa in Ungheria disegnando un capolavoro per avere la meglio su un super Max Verstappen scattato bene dalla pole e tornare così al successo. Una vittoria fantastica quella del britannico, coronata da una rimonta epica negli ultimi giri, guidati ai limiti dell’impossibile dal pilota Mercedes che si prende il primo posto per allungare ulteriormente in testa alla classifica del Mondiale 2019. Secondo posto per il pilota Red Bull, alle sue spalle le due Ferrari: terzo Sebastian Vettel, quarto Charles Leclerc. Comunque, le due monoposto di Maranello non sono mai state realmente in gara. Sfortunato Bottas con l’altra Mercedes; il finlandese, partito dalla prima fila, chiude 8° dopo esser scivolato in ultima posizione.
La gara. Verstappen non sbaglia la partenza e mantiene la testa della gara, dietro invece Bottas ha la peggio su Hamilton, Leclerc e Vettel che lo sorpassano nelle prime curve. Il finlandese subisce anche un danno all’ala anteriore per un contatto con Leclerc ed è costretto al pit stop forzato scivolando in ultima casella. Di qui in avanti tanta noia e poche emozioni. Il giovane pilota della Red Bull gestisce con saggezza il primo posto, tenendo a debita distanza Hamilton. Grande fatica invece per entrambe le Ferrari, che perdono decimi su decimi ad ogni giro rispetto ai primi due. Verstappen si ferma al 26° giro e monta le gomme bianche. Lo stesso fa Hamilton sei tornate dopo; ma più che giochi di strategia in quel momento servirebbe un miracolo in pista a “The Hammer” per superare il talento olandese.
Emozioni finali. La Red Bull però fatica con la mescola più dura e al rientro dai box Hamilton mangia 5 secondi in due giri al rivale, riportandosi sotto in un batter d’occhio e tentando l’attacco al 39° giro. Il pilota Mercedes a questo punto va lungo e resta dietro, perdendo poi qualche ulteriore decimo che lascia un po’ di respiro a Verstappen. Allora Hamilton si gioca il tutto per tutto, stavolta con la strategia del suo ingegnere di pista, fermandosi ancora al 49 dei 70 giri e mettendo una gomma più morbida, ma recuperare più di 20 secondi nelle ultime 20 tornate sembrerebbe ai limiti dell’impossibile. L’inglese invece vola e addirittura sorpassa Verstappen a 5 giri dal termine centrando una vittoria stratosferica (foto Afp). Nel finale, da segnalare poi il sorpasso di Vettel su Leclerc che consente a Seb di salire sul gradino più basso del podio. Ora tutti in ferie: si torna in pista domenica 1 settembre con il GP del Belgio a Spa.
MotoGP, Brno: la classe regina riparte dal solito Marquez. Valentino Rossi, timidi segnali di risveglio
di MARCO VALERIO/ Dopo la pausa per le vacanze il Motomondiale riparte da Brno con il Gran Premio della Repubblica Ceca. E, tanto per cambiare, riparte dal campione del mondo in carica e leader del Mondiale 2019 Marc Marquez. Per il sempre più “Marcziano” si tratta della sesta vittoria stagionale, un successo che consente allo spagnolo della Honda di rafforzare ulteriormente la già solida leadership in classifica piloti. Un’altra gara dominata da Marquez che ha tagliato il traguardo in solitaria precedendo le Ducati di Dovizioso e Miller. Mai realmente in lotta Valentino Rossi: il Dottore della Yamaha ha chiuso al 6° posto. Stesso discorso per Petrucci con l’altra Ducati ufficiale, solamente 8°.
Gara senza storia. Dopo il capolavoro nelle qualifiche, Marquez ha continuato a dettare la sua legge con l’ennesima cavalcata trionfale, nonostante un avvio un po’ turbolento. La partenza è infatti stata ritardata di circa 40 minuti (e, di conseguenza, il GP accorciato di un giro) a causa dell’acquazzone improvviso abbattutosi sul tracciato poco dopo la fine della gara della Moto2. Le condizioni miste hanno spinto così i commissari ad attendere che la pista si asciugasse del tutto, per evitare rischi al via. Allo spegnimento dei semafori, però, il 7 volte iridato si è messo a dettare il ritmo, Dovi ha provato a tenerlo per due terzi di gara, ma alla fine ha dovuto arrendersi e ad accontentarsi della piazza d’onore.
Gli altri piazzamenti. La vittoria, al forlivese della “Rossa” di Borgo Panigale, manca ormai dall’esordio in Qatar, ma stavolta almeno è stato in grado di ritrovare un podio che non vedeva dal Gran Premio d’Italia. La classifica resta comunque deficitaria per Dovi, viste le ambizioni di inizio stagione: i 63 punti di ritardo da Marquez suonano come una sentenza a 9 gare dalla fine. Male invece Petrucci, lontanissimo dai migliori alla fine di un weekend per lui davvero complicato. In casa Ducati, però, possono sorridere per lo splendido podio della Pramac di Miller; un terzo posto arrivato grazie a un sorpasso al penultimo giro sulla Suzuki di Rins.
E Valentino Rossi? Una gara anonima, ma tutto sommato positiva visto il periodo nero del “Numero 46”. Il Dottore non è mai stato in lotta per il podio, ma ha comunque difeso un discreto 6° posto chiudendo come la migliore delle Yamaha in pista. Disastrosa la gara del compagno di team Vinales, che è partito malissimo ritrovandosi subito in fondo al gruppo e non è riuscito a rimontare oltre il 10° posto. Domenica complicata anche per le M1 del team Petronas: Fabio Quartararo ha chiuso 7° alle spalle di Rossi, mentre Franco Morbidelli è caduto al primo giro dopo un contatto con una KTM, mandando nella ghiaia anche l’incolpevole Mir.
Pecco c’è. È tornato in zona punti Francesco Bagnaia, che ha disputato una buona gara portando la sua Ducati Pramac fino al 12° posto. Niente da fare invece per Andrea Iannone, che dopo una qualifica da dimenticare è riuscito a rimontare solamente fino al 17° posto, arrivando comunque davanti al compagno in Aprilia, Aleix Espargaro. Tornando allo straordinario Marquez: prima Doohan, poi Hailwood. Agguantato “Mike the Bike” a quota 76 trionfi. L’extraterrestre iberico dunque continua a divertirsi mettendo in fila autentici mostri sacri della MotoGP, categoria cui appartiene di diritto (nella foto Epa: tutta la gioia di Marquez).
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