Zingaretti accordatore e Mattarella spazientito

di ENNIO SIMEONE – Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, si è detto molto soddisfatto dell’unità e compattezza raggiunta nella riunione della Direzione del Pd dedicata alla crisi di governo. Unità e compattezza su che cosa, visto che alla riunione non ha partecipato (guarda un po’) Matteo Renzi (come di consueto da quando è stato costretto a mollare la poltrona di Palazzo Chigi)?  

«Unità e compattezza» su 5 punti. Eccoli testualmente: «Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti». 

Al confronto con questa formula la scoperta dell’acqua calda fa un figurone. Chi può dirsi in disaccordo su questi cinque punti? Forse neppure Salvini (fatta eccezione, forse, per il primo, magari solo togliendo l’aggettivo leale, che gli sta fisiologicamente antipatico).

C’è da sperare che il presidente Mattarella, nel congedarsi dalla delegazione dem, non dica agli uscieri «E adesso fate entrare la delegazione del Pd».  

PSIn realtà è ciò che (in sostanza) è accaduto poche ore dopo che questo commentino è stato scritto (ore 9,18 del 22 agosto), un po’ per celia e un po’ per l’amarezza e la delusione di fronte alla genericità titubante del segretario Pd e alle tragicomiche capriole tattiche del “capitano” leghista. (ore 21,15 del 22 agosto).

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