CALCIO & MERCATO/ Considerazioni e riflessioni sulla sessione estiva di trattative: in Italia le formule più strane tra prestiti e altro. Con pochi soldi servono idee per far quadrare i bilanci. E comandano i calciatori

di FABIO CAMILLACCI/ Alcune considerazioni e riflessioni sul calciomercato estivo che è andato in archivio da poco. Una sessione che ha confermato parecchie tendenze del calcio moderno in sede di trattative. Dopo la bolla causata dal passaggio di Neymar dal Barcellona al Paris Saint Germain, ormai i prezzi dei giocatori sono letteralmente gonfiati: pochi prezzi rispecchiano il reale valore dei vari protagonisti del mondo del pallone. Nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a cifre pazzesche e a calciatori più che sopravvalutati. Quindi, da un po’ di tempo è superfluo dire o scrivere che de Ligt è il difensore più costoso della storia della Juventus, oppure che Pau Lopez è il portiere più caro della storia della Roma. E’ superfluo perchè ormai tutti i prezzi sono lievitati.

Calcio italiano re delle idee e della finanza creativa. Essendo la nostra Serie A il campionato d’Europa più povero tra quelli che contano, si moltiplicano le più stravaganti formule di pagamento. Abolite da qualche anno le comproprietà, adesso spopolano: prestiti (paghi solo l’affitto e l’ingaggio del giocatore), prestiti con diritto di riscatto (paghi affitto e ingaggio subito, e se ti garba l’intero cartellino del calciatore a fine stagione), prestiti con obbligo di riscatto (paghi affitto e ingaggio subito e per il resto te la cavi con un pagherò), bonus al raggiungimento di determinati obiettivi (presenze, gol segnati e obiettivi centrati), scambi con prezzi gonfiati per fare plusvalenze di bilancio e altre cose simili.

La lista è lunga e piena di opzioni. Questo perchè in Italia, tranne qualche eccezione, la principale fonte di guadagno delle società è rappresentata dagli introiti per i diritti televisivi. Introiti che però impallidiscono di fronte a quelli della Premier League, dove anche il Chievo di turno può permettersi acquisti costosi e ingaggi elevati. Ecco perchè i club italiani, a livello di mercato, non possono competere con quelli britannici, spagnoli, tedeschi e francesi; anche se bisogna dire che ultimamente anche all’estero si sta diffondendo l’abitudine di ricorrere a formule creative per acquistare giocatori: in crescita i prestiti.

La volontà dei calciatori tiene in ostaggio i club. Ormai nel calcio del terzo millennio comandano i calciatori. Dopo la storica sentenza Bosman, i club hanno praticamente le mani legate. Cioè, se una società vuole vendere un calciatore ma lui non vuole andare via, resta; se, al contrario, un giocatore sotto contratto vuole andarsene, non c’è verso di trattenerlo, se ne va. In sintesi, oggi i giocatori fanno come gli pare, fanno e disfano. E anche questa estate di casi del genere ne abbiamo visti tanti. Ora siamo curiosi di vedere cosa accadrà a gennaio nella sessione invernale di mercato. Le novità più stravaganti sono sempre dietro l’angolo.

 

 

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