Due giovani di 21 anni sono stati fermati per l’uccisione del ventiquattrenne personal trainer Luca Sacchi avvenuta a Roma la sera di mercoledì 23 ottobre. Sono stati individuati grazie alla denuncia della madre di uno di loro, che si è rivolta a un commissariato di polizia, accompagnata dall’altro figlio, dicendo: «Ho l’impressione che uno dei due che hanno sparato al giovane sia mio figlio». Entrambi sono stati a lungo interrogati in Questura stamattina e poi trasferiti in carcere con l’accusa di concorso in omicidio: uno in un’auto della polizia e l’altro in un’auto dei carabinieri sono stati portati a Regina Coeli.
E anche la ricostruzione della vicenda assume contorni più complessi, naturalmente da approfondire ed accertare. Cioè Luca Sacchi e la fidanzata, Alessia, una babysitter di origini ucraine ragazza sua coetanea, pare volessero acquistare droga ma poi le cose sono degenerate fino al tragico epilogo. I due fermati, notando che nello zainetto della donna c’erano parecchi soldi, si sono offerti di procurare lo stupefacente; si sono allontanati per poi tornare davanti al pub di via Mommsen armati di pistola tentando di rapinare la ragazza. Alla reazione di Luca gli hanno sparato in testa. La pistola, forse una calibro 38, non è stata ancora ritrovata.
Ora le indagini dei carabinieri e della polizia dovranno verificare se è vero che a sparare sarebbe stato, dei due giovani, quello incensurato, mentre il complice avrebbe precedenti per spaccio di droga.
I due fermati si stavano nascondendo. Lo hanno riferito il capo della Squadra Mobile di Roma Luigi Silipo e il colonnello Mario Conio, comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Roma. Uno è stato rintracciato in un residence mentre l’altro era in una casa. Sono entrambi del quartiere San Basilio. L’auto con cui si sono dati alla fuga è stata sequestrata. Ai due si è arrivati anche grazie a una serie di testimoni che hanno fornito elementi determinati per individuare e rintracciare i presunti autori dell’omicidio.
Donati gli organi di Luca. E’ confermato dall’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che i genitori di Luca hanno acconsentito alla donazione degli organi del giovane. Questa la sua dichiarazione: «Grazie al grande gesto d’amore della famiglia, che ha deciso di donare gli organi di Luca, il ragazzo ucciso durante una rapina, e all’autorizzazione della Magistratura si è messa in moto la complessa macchina del sistema dei trapianti del Lazio. Gli organi del ragazzo sono tecnicamente idonei e questo consentirà di salvare molte vite umane».
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