Assegnata la scorta alla senatrice Liliana Segre (che fu deportata ad Auschwitz all’età di 14 anni) dopo le minacce via web. Gaffe di Salvini, che poi va a farle visita

In seguito alle minacce via web e allo striscione di “Forza nuova” esposto nel corso di un appuntamento pubblico contro la senatrice a vita Liliana Segre, il prefetto Renato Saccone ha deciso di assegnare la tutela alla senatrice ex deportata ad Auschwitz, che, da oggi, avrà due carabinieri che la accompagneranno in ogni suo spostamento.

La decisione è stata presa durante la riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto ieri. Sugli insulti e le minacce ricevuti dalla senatrice via web la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, per ora contro ignoti. A occuparsene è il Dipartimento antiterrorismo.

Neanche in questa occasione il caso della Lega Matteo Salvini ha avuto il buon gusto di tacere affermando, in una manifestazione della Coldiretti: «Le minacce contro Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime. Anche io ne ricevo quotidianamente».

Poi ha insistito: “Non ci sono minacciati di serie A e di serie B”. Infine ha posto rimedio alla serie di gaffe, andando stasera a casa di Liliana Segre a farle visita.

Però, nel frattempo, era accaduto che Vincenzo D’Incecco, capogruppo della Lega al Comune di Pescara,  sulla proposta di Marinella Sclocco, consigliere comunale di centrosinistra, di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre ha affermato: «Mancano i presupposti per dare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre perché manca un legame con il nostro territorio: a questo punto dovremmo conferirla anche ai tanti rappresentanti delle istituzioni che ricevono pubbliche offese e minacce». Fratelli d’Italia invece ha proposto di conferire la cittadinanza anche ai parenti delle vittime delle foibe.

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