di FABIO CAMILLACCI/ Come anticipato prima di Natale da Altroquotidiano, la Roma cambia proprietario ma rimane a stelle e strisce. Il bostoniano James Pallotta infatti cede il controllo del club al texano di origine californiana Dan Friedkin. Tutto fatto, manca solo l’annuncio ufficiale. A breve Friedkin diventerà il nuovo patron giallorosso, rilevando la maggioranza delle azioni da Pallotta, alla guida della società capitolina dall’agosto del 2012, dopo la breve parentesi Di Benedetto della stessa cordata americana che ereditò la Roma dalla famiglia Sensi e da Unicredit. La cessione da Pallotta a Friedkin (il famoso “closing”) si completerà entro un mese, cioè dopo l’ultima “due diligence” che verrà effettuata nelle prossime settimane. Ricordiamo che per “due diligence” si intende l’attività di investigazione e di approfondimento di dati e di informazioni relative all’oggetto della trattativa.
Conferme notturne dagli Stati Uniti. Mentre scriviamo, intorno all’una di notte italiana (circa le 19 nella costa Est degli Stati Uniti) la Roma, società quotata in Borsa, dirama un comunicato “su richiesta di Consob” in merito allo stato della trattativa. In lingua italiana e in lingua inglese, il club giallorosso scrive: “Con riferimento ad alcune notizie apparse recentemente sugli organi di stampa in relazione ad una possibile operazione che vede interessati AS ROMA S.p.A. ed il Gruppo Friedkin, AS ROMA SPV LLC, società che detiene il controllo indiretto di AS ROMA S.p.A., tramite la sua controllata NEEP ROMA HOLDING S.p.A., informa il Mercato che sono in corso negoziazioni tra il Gruppo Friedkin e AS ROMA SPV LLC in merito ad una potenziale operazione che interessa NEEP ROMA HOLDING S.p.A. e le sue società controllate – inclusa A.S. Roma S.p.A. Al riguardo, AS ROMA SPV LLC informa che ad oggi non è stato ancora formalizzato alcun accordo definitivo per la cessione di NEEP ROMA HOLDING S.p.A. e delle società controllate e che qualsiasi operazione con il Gruppo Friedkin è subordinata al completamento con esito positivo delle attività di due diligence legale sul Gruppo AS Roma”. Ennesima conferma che manca solo l’annuncio ufficiale.
L’accelerata decisiva e le cifre dell’operazione. L’accordo tra Friedkin e Pallotta è stato raggiunto negli ultimi giorni sulla base di 790 milioni di euro. Una cifra che comprende anche i 272 milioni di euro di indebitamento del club romanista e i 150 milioni di euro di aumento di capitale da portare a termine entro il 31 dicembre del 2020 (ma la prima tranche da 50 milioni va versata entro le prossime 48 ore). In tal modo il magnate texano diventa socio di maggioranza di As Roma Spv Llc, ovvero la società capogruppo e controllante della Roma. Pallotta, che dovrebbe restare nel club con una quota di minoranza, era contrario alla cessione perchè avrebbe voluto lasciare la presidenza solo dopo aver vinto un trofeo che in casa giallorossa manca dal 2008 quando al comando c’erano Franco Sensi e sua figlia Rosella; il grande presidente del terzo storico scudetto, malato da tempo, morì proprio nell’agosto del 2008 dopo aver festeggiato la 9° Coppa Italia della storia romanista. Alla fine Jim è stato convinto a lasciare solo dalle forti pressioni degli altri soci del suo gruppo.
Pallotta lascia senza trofei ma con un record: Roma ceduta per 790 milioni, superati Milan e Inter. Infatti, né il club rossonero di Silvio Berlusconi né quello nerazzurro di Massimo Moratti furono valutati tanto al momento della cessione. Certo, quasi 800 milioni è una cifra bassa se rapportata ai 500 milioni versati dalla Silver Lake Partners per strappare appena il 10% del Manchester City, ma per l’Italia è un record. Nessun altro club di Serie A è stato mai venduto per una somma del genere. Quindi, complimenti a James Pallotta per aver valorizzato così tanto il brand As Roma, ovvero il marchio As Roma nel mondo. In passato abbiamo spesso criticato la gestione del club giallorosso da parte di Pallotta, una gestione spesso sciagurata fatta di continue rivoluzioni tecniche con tanti grandi calciatori prima scoperti e valorizzati, poi sacrificati sull’altare delle plusvalenze di bilancio. Stavolta però l’uomo di Boston nato 61 anni fa a Stoneham nel Massachusetts, merita un applauso. Senza dimenticare che comunque con lui al comando la Roma è stata sempre nei quartieri alti della classifica (tre volte seconda e due volte terza), stabilmente in Europa e capace di raggiungere una storica semifinale di Champions League.
Chi è Dan Friedkin. Secondo Forbes (prestigiosa rivista statunitense di economia), Dan Friedkin ha un patrimonio personale di 4,1 miliardi di dollari (3,67 miliardi di euro). Il 54enne texano è a capo di un impero ereditato dopo la morte del papà Thomas nel 2017, anche se è comunque amministratore delegato dal 1995; un impero fatto di 5.600 dipendenti e 12 società facenti capo alla holding di famiglia. Sempre Forbes colloca Friedkin al 504° posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo. La sua Gulf States Toyota ha l’esclusiva della distribuzione delle auto giapponesi in Texas, Arkansas, Louisiana, Mississipi e Oklahoma; soltanto nel 2018 ha venduto veicoli per 9 miliardi di dollari (il 13% del venduto negli Usa). Ma Friedkin ha interessi anche in altri settori strategici come il turismo: la catena Auberge Resorts, con alberghi di lusso negli States, in Messico, Fiji, Grecia, Svizzera, Nicaragua e Costa Rica. Senza dimenticare la settima arte.
Dan e il mondo del cinema. Friedkin è stato produttore di “The Square”, film vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 2017, di “All the money in the world” (ambientato in Italia sul sequestro nel 1973 a Roma di Paul Getty, nipote all’epoca dell’uomo più ricco del mondo) e di “The Mule” (con il mitico Clint Eastwood regista e protagonista). Ma nell’agosto scorso il nuovo patron della Roma si è anche lanciato come regista in “Lyrebird”.
Le altre passioni del nuovo proprietario della Roma. I circoli esclusivi da golf (il Congaree in Sud Carolina e il Diamond Creek, nella Nord Carolina), i safari e il grande amore per gli aerei, ereditato da papà Thomas che fu pilota. Anche Dan ha una licenza di pilota con cui può prendere parte alla formazione dei voli acrobatici dell’Air Force. Friedkin inoltre ha conseguito una laurea alla Georgetown University e un master alla Rice University. E’ sposato con Debra e ha quattro figli, due fratelli (Tomisu e Kenneth) e una sorella (Dorothy). E’ un grande appassionato di basket e tifosissimo degli Houston Rockets, al punto da provare a comprare la franchigia texana un paio di anni fa, senza però riuscirci. Si è così dovuto accontentare di restarne partner commerciale, con l’arena nella quale giocano i Rockets sponsorizzata proprio dalla Toyota. Insomma, la Roma pare essere finita in buone mani: Pallotta l’ha valorizzata, ora Friedkin deve farla vincere.
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