Primo intervento di ablazione della fibrillazione atriale con l’utilizzo della ipnosi a scopo analgesico. E’ stato compiuto nella sala di elettrofisiologia dell’Ospedale San Paolo di Savona da Luca Bacino, che ha introdotto a Savona l’utilizzo dell’ipnosi nella pratica clinica grazie alla collaborazione con il centro di Aritmologia dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti e dopo aver frequentato la scuola italiana di ipnosi Ciics di Torino.
“Quando sono entrato e ho visto la sala piena di macchine e di fili, ho avuto paura. Poi il dottor Luca Bacino si è avvicinato e ha iniziato a parlarmi, a chiedermi di fare respiri profondi e di rilassarmi. E tutto si è attenuato: le voci, i rumori. Sentivo tutto ma ‘distante’, non provavo dolore. E le 4 ore che ho passato in quella posizione sono letteralmente volate” ha raccontato al sito savonese Ivg Paolo Peira, 63 anni, che lo scorso 20 dicembre si è sottoposto all’intervento di ablazione della fibrillazione atriale con ipnosi.
“Il medico che mi ha operato, Francesco Pentimalli, mi ha chiesto se me la sentivo di provare con l’ipnosi – ricorda Paolo – Mi ha spiegato che era un nuovo metodo, e che sarebbe stato efficace solo se c’era la collaborazione del paziente. Io ho accettato subito: se mi avessero detto di bere un bicchiere d’acqua per non sentire nulla, ne avrei bevuti 18…”. E così Paolo si è affidato alla voce del dottor Bacino. “L’operazione è durata circa 4 ore” racconta il 63enne: “Prima di iniziare il dottor Bacino si è avvicinato e ha iniziato a parlarmi, con tono di voce molto calmo e tranquillo, e più parlava più abbassava la voce. A un certo punto ho iniziato a preoccuparmi, temevo di fare una brutta figura non sentendo quello che mi avrebbe detto… e invece ha iniziato a funzionare. Ero cosciente, perché sentivo le voci dei medici e degli operatori che si scambiavano opinioni, ma era come se mi arrivassero da lontano. Non ho mai sentito dolore a parte un piccolo momento: il dottore è intervenuto immediatamente parlandomi e in pochi istanti mi sono di nuovo ‘perso’. Alla fine mi hanno detto che addirittura in certi momenti sorridevo. Alla fine dell’operazione il medico mi ha chiesto di stringere forte il pollice e l’indice della mano sinistra, ha contato fino a tre e improvvisamente era tutto finito. Sembrerà strano dirlo, ma è stato persino bello…”, dice Paolo Peira. Il decorso post operatorio è stato perfetto: il 21 dicembre, dopo sole 24 ore, il 63enne è uscito dal reparto di terapia intensiva, il 22 dicembre era a pranzo con i familiari e il 26 ha preso un volo per Londra insieme alla moglie Enrica.
L’intervento di ablazione della fibrillazione atriale necessita di tempi procedurali che possono superare anche le tre ore ed è necessaria generalmente una politerapia farmacologica locale e sistemica a scopo analgesico e anestetico per poter sopportare l’intervento. “Grazie all’ipnosi durante l’intervento è possibile ridurre drasticamente l’utilizzo di farmaci anestetici e analgesici e rendere la procedura ancor più tollerata – sottolinea Bacino – L’ipnosi clinica, è ancora oggi poco conosciuta e poco applicata in campo medico e in particolar modo durante le procedure interventistiche cardiologiche a scopo analgesico, ma le sue potenzialità sono straordinarie, in quanto si può ridurre al minimo l’utilizzo dei convenzionali farmaci e inoltre la procedura è resa molto più tollerabile”.
“L’ipnosi in elettrofisiologia – dice Bacino – è senza dubbio una novità a livello internazionale e il suo utilizzo sempre più estensivo potrà migliorare drasticamente il lavoro quotidiano del cardiologo interventista”. L’ablazione della fibrillazione atriale è un intervento all’avanguardia nel campo della cardiologia interventistica che consente di curare gli episodi di aritmia e consiste nell’effettuare, attraverso il cateterismo cardiaco partendo dalle vene femorali, la deconnessione elettrica delle vene polmonari all’interno dell’atrio sinistro del cuore mediante l’utilizzo di energia a radiofrequenza determinando una modificazione stabile delle caratteristiche elettriche del cuore.
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