di SERGIO SIMEONE* – Bisogna fare assolutamente autocritica su Salvini. Ricordate tutta l’ironia che è stata fatta su di Lui quando si è autoritratto nell’atto di baciare salumi e caciocavalli? Anche il nostro giornale maramaldescamente ha infierito sul capitano considerando il suo comportamento rozzo ed inelegante. Ebbene, è tutto sbagliato. Abbiamo scoperto che invece dietro le sue effusioni verso salami e caci, c’ è un robusto background culturale, addirittura di natura filosofica.
Andiamo con ordine. Tutti sappiamo che Salvini ha fatto la scelta tattica di impostare la campagna elettorale in Emilia Romagna non parlando di problemi concernenti l’amministrazione della regione bensì ergendosi a difensore della identità degli italiani. Già, ma come si fa a definire questa identità? Un problema da far tremare le vene e i polsi. Qui, si è detto, occorre chiedere soccorso alla filosofia. Detto fatto, si è buttato subito a studiare la materia. E’ partito da Parmenide di Elea e ha compulsato in ordine cronologico tutti i testi dei più grandi pensatori. Arrivato all’ ottocento ha trovato finalmente la soluzione. E’ stato precisamente quando, consultando un testo di Ludwig Feuerbach ha trovato questa frase lapidaria:
L’uomo è ciò che mangia. E che cosa mangiano gli italiani con gran gusto?- si è chiesto – Ma lo sanno tutti: prosciutto, salame, soppressata, bresaola ed altri insaccati. E così è avvenuta la svolta: mentre nella prima parte della campagna elettorale, con crocifissi, rosari e vangeli generosamente esibiti sembrava un baciapile (foto), nella seconda parte è diventato un bacia salami.
Lucia Borgonzoni, a sua volta, stimolata dall’esempio del capo, si è messa a studiare anche lei sul tema dell’identità, ma scegliendo un altro campo d’indagine: il teatro. E chi è il più grande commediografo italiano del dopoguerra? Si è chiesta, ma lo sanno tutti, Eduardo De Filippo. E così si è subito buttata a capofitto a leggere l’opera omnia del grande commediografo. E’ stato precisamente leggendo Natale in casa Cupiello che ha avuto l’illuminazione : ma che sanità, trasporti, istruzione ed infrastrutture (queste sono pinzellacchere, avrebbe detto Totò)! È il presepio al centro dei pensieri degli italiani testimoniato dalla drammatica domanda che il capofamiglia fa al figlio nella commedia di Eduardo: “Ma a te tei piace ‘o presepio?”
Ecco perché a Maranello, dopo che Salvini ha discettato ampiamente di prosciutto di Parma e parmigiano la Borgonzoni ha voluto rassicurare l’elettorato: se la eleggeranno Presidente dovrà passare sul suo cadavere chi vorrà mettere in discussione il presepio.
Dopo aver trovato questi capisaldi pare che il duo Salvini-Borgonzoni procederà unito nell’ultima settimana di campagna elettorale dividendosi i compiti in questo modo: in ogni piazza che toccheranno ogni elettore potrà portare i propri animali (maiali, pecore, tacchini, mucche) per farli benedire dal capitano, come fa il parroco il giorno di Sant’Antonio. E la Borgonzoni chiederà agli accorrenti: «Ma a vuje ve piace o presepio?».
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosfia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil
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