Giovane vigile dileggiato sui social per aver parcheggiato l’auto in uno spazio riservato ai disabili si scusa, si automulta, e infine si uccide. E’ accaduto a Palazzolo (Brescia)

Questa è la vicenda, la triste vicenda, di un uomo per bene, che non ha retto all’onta di una vergogna mediatica che lo ha travolto per un errore che aveva commesso, che ha ammesso ed al quale aveva rimediato non solo giustificandosi con umiltà ma addirittura punendosi con con multa, come avrebbe fatto con un’altra persona, nella sua qualità di uomo incaricato di vigiulkare sull’ordine pubblico.

E’ accaduto a Palazzolo, in provincia di Bresca. Un agente della Polizia locale, 44 anni, viene segnalato sul web per aver parcheggiato a Bergamo, vicino a una sede universitaria, la propria auto in uno degli spazi (in quel momento vuoto) assegnati alle vetture dei disabili. Il vigile si giustifica ammettendo l’errore. Ma non si limita a questo, né alla spiegazione del motivo dell’errore: ligio al suo dovere e alla divisa che indossa, si commina una multa di 100 euro per divieto di sosta. Inoltre decide di fare una donazione a una associazione di disabili. Ma questo non basta a fermare l’onda del dileggio mediatico sui social. E allora lui ha parcheggiato l’auto davanti alla sede della polizia municipale e con la pistola di ordinanza si è ucciso sparandosi un colpo in testa.

Una morte che è una lezione di vita, in un paese dove i politici invadono le tv e i giornali con i loro scontri sulla durata della prescrizione, nella quale  cercano rifugio coloro che commettono reati contro le regole della civile convivenza ben più gravi della breve violazione di un divieto di parcheggio.

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