“Porta e riporta”, ma il rottamatore divaga e fa la vittima. Poi chiede un incontro a Conte

di ENNIO SIMEONEOre 20 di mercoledì 19 febbraio: Enrico Mentana, più balbettante del solito nella concitazione con cui anticipa i titoli del suo telegiornale su La7, annuncia che Matteo Renzi ha sferrato un attacco violentissimo accompagnato da un ultimatum al presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la registrazione della puntata di «Porta a porta» che andrà in onda sul Rai dopo le ore 23. E alcune immagini, accompagnate dalla voce registrata del senatore di Rignano sull’Arno, conferiscono ancor maggiore drammaticità all’evento. Siamo alla crisi di governo? Mentana lascia poco spazio al dubbio. Unica nota tranquillizzante: Conte ha detto di non voler replicare. Anzi, a un giornalista che, mentre monta in auto, gli domanda: «Che cosa ne pensa della sortita di questo Renzi?» replica che l’espressione è irrispettosa sottolineando: «Matteo Renzi è un senatore della Repubblica!».

Ore 23,15 dello stesso mercoledì 19 febbraio: va in onda «Porta a Porta» dopo il consueto siparietto al bar della Rai tra il conduttore e l’ospite. E a questo punto ci si aspetta che il professionista della rottamazione parta all’assalto del capo del governo. E invece – tra una battutina e l’altra, tra una barzelletta e un’allusione, tra un’arrampicatina sugli specchi e un amarcord di “quand’ero io il presidente del Consiglio“ – si assiste a un penoso vaniloquio, naso all’insù, del dinamitardo Matteo Renzi. Unico argomento, ripetuto a mo’ di ritornello: «Conte e Zingaretti mi vogliono cacciare? Mi càccino». E’ convinto che a far la vittima, in Italia, qualcosa si guadagna.

Ma poiché nessuno lo vuol cacciare, Vespa cambia registrao e a questo punto invita sul proscenio i due giornalisti ospiti: l’ex direttore del Corriere della sera Paolo Mieli e l’ancora direttore del Mattino Virman Cusenza, sperando che diano una mano ad attizzare il fuoco e aiutino Renzi a partorire ciò che Mentana aveva immaginato (e dunque preannunciato) che il “rottamatore” avesse partorito due ore prima che il suo tg andasse in onda e che aveva ptreconizzato ci sarebbe stato propinato dal fondatore di Italia Viva tre ore dopo.

Macché! Renzi prende il largo. E si avventura nella proposta di un cambiamento della Costituzione che porti alla creazione del «Sindaco degli italiani», cioè la elezione diretta del capo del governo. Tempi lunghi, insomma. E comunque torna il sogno dell’uomo solo al comando, che poi nomina i ministri, i sottosegretari, e così via, tutte persone di sua fiducia. Il sogno, cioè, del perfetto sovranista. Ci aveva già provato a realizzarlo quattro anni fa, con il referendum. E si sa come andò. Perse e annunciò che si sarebbe ritirato dalla politica, ma poi ci ha ripensato. E ha ripreso a sognare di riconquistare Palazzo Chigi.

Ma è mai possibile che direttori di giornali e telegiornali continuino a dargli spazio in misura spropositata rispetto al credito che gli danno gli elettori? E’ mai possibile che la professione giornalistica sia finita così in basso?

PS Stamattina Renzi ha fatto sapere di aver chiesto un incontro a Giuseppe Conte (che si trova a Bruxelles per partecipare a un vertice europeo sul bilancio dell’UE).  Il presidente del Consiglio gli ha subito risposto: «Porte aperte!». Appuntamento  fissato per la prossima settimana.

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