Si chiama Enrico Quaglia il medico legale (specializzato in odontoiatria) arrestato questa mattina dai carabinieri con l’accusa di aver agevolato le pratiche per far ottenere la pensione di invalidità a dipendenti pubblici di Torino che potevano così andarsene in pensione prima di aver compiuto gli anni di lavoro necessari ad averne una di diritto. A settembre era stato arrestato il presidente della Commissione medica, Enrico Maggiore, che era stato immortalato dalle riprese delle telecamere della Guardia di Finanza mentre riceveva un panino imbottito di denaro, al posto della mortadella, per un ammontare di duemila euro.
Dal 2005 al 2015 questo sistema di corruzione avrebbe consentito a 592 persone di andare in prepensionamento per invalidità senza averne i requisiti.
Quaglia era già stato fermato a settembre, ma poi era stato rilasciato.
Stavolta la Procura della Repubblica di Torino ha disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili appartenenti ai due indagati per 1,7 milioni complessivi di cui 1,1 nei confronti di Quaglia.
Prende corpo così l’indagine denominata “Argante”, che era partita da una segnalazione giunta al Nas di Torino in cui si denunciava che una insegnante, che aveva ottenuto prepensionamento per invalidità, conduceva una vita normale, incompatibile con le patologie riconosciutele dalla visita medica. E come lei altri docenti e ausiliari della pubblica amministrazione, dipendenti delle Poste e dell’Enel, di amministrazioni comunali e provinciali, medici e infermieri.
Secondo gli inquirenti per ogni pratica i due indagati avrebbero incassato cinquemila euro, che si spartivano.
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