di FABIO CAMILLACCI/ Mentre tutto lo sport mondiale è fermo a causa dell’emergenza coronavirus e non sa quando potrà tornare alla normalità, il Comitato olimpico internazionale continua a fare finta di niente, seppur in prospettiva futura. Il presidente del Cio Thomas Bach infatti non cambia linea e ribadisce: “La cancellazione delle Olimpiadi di Tokyo 2020 non è in agenda, è presto per decidere”. Intervistato dal New York Times il numero uno dello sport mondiale prova a prendere tempo e dichiara: “Siamo colpiti da questa crisi come chiunque altro e siamo preoccupati come chiunque altro. Non viviamo in una bolla o su un altro pianeta. Ma nessuno può dire quali saranno gli sviluppi domani, fra un mese o fra oltre quattro mesi per cui non sarebbe responsabile fissare una data per una decisione o prendere una decisione adesso basandoci sulle speculazioni relative agli sviluppi futuri. Ci sono diverse previsioni, per questo facciamo affidamento sulla nostra task force che include l’Oms, che ci sta dicendo che è troppo presto per prendere una decisione. Allo stesso tempo stiamo monitorando da vicino quello che sta succedendo”.
Il piano B del Cio. Sulla possibile alternativa di emergenza il presidente del Comitato olimpico internazionale precisa: “Ovviamente stiamo considerando vari scenari, ma mancano ancora quattro mesi e mezzo. E ci sono leghe e federazioni molto più ottimiste di noi visto che hanno sospeso le loro competizioni solo fino ad aprile o maggio, mentre le Olimpiadi inizieranno a fine luglio. Non mi presterò a speculazioni e diciamo a tutti gli atleti e a quella metà del mondo che guarda le Olimpiadi che la cancellazione dei Giochi ad oggi non è in agenda. A oggi la priorità è tutelare la salute di tutti e sostenere il contenimento del virus. In secondo luogo la decisione del Cio non sarà determinata da alcun interesse finanziario: qualsiasi cosa succeda, il Cio sarà nelle condizioni di operare e portare avanti la sua missione. Non abbiamo problemi di liquidità e per quanto ne so, nemmeno il Comitato organizzatore. Gli atleti scalpitano e da ex fiorettista posso capirli; ho vissuto una situazione simile di incertezza per i Giochi di Mosca nel 1980. La cosa peggiore per un atleta è l’incertezza che lo distrae dagli allenamenti e dalla preparazione”.
Calcio, l’ennesima figuraccia dell’Uefa. A pochi giorni di distanza dalla decisione di posticipare di un anno l’Europeo previsto per questa estate, la Federazione europea oggi ha precisato che la competizione che si terrà l’anno prossimo continuerà a chiamarsi “Euro 2020” mantenendo il logo inizialmente disegnato per la competizione. Nel tweet c’era scritto: “Sebbene sia stato provvisoriamente fissato dall’11 giugno all’11 luglio 2021, Euro 2020 resterà con il nome di Uefa Euro 2020”. Poco dopo, è arrivato il clamoroso dietrofront per rimediare alla gaffe. Sempre su Twitter la stessa Uefa ha scritto: “Scusandoci per l’errore precedente, vogliamo chiarire che non è stata ancora presa alcuna decisione sul nome di Euro 2020 che si terrà nel 2021. Il tweet precedente è stato inviato per errore”. Ci mancava anche questa in tanto caos.
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