Silvia Romano ha riabbracciato oggi la mamma, il padre, la sorella a Roma. Ad accogliere la cooperante milanese 25enne, rapita in Kenia il 20 novembre del 2018, all’aeroporto di Ciampino, quando è scesa dall’aereo che l’ha riportata a casa dalla Somalia con gli uomini dei Servizi, c’erano anche il presidente Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La giovane è scesa dalla scaletta dell’aereo con indosso una veste islamica verde, oltre alla mascherina anti-coronavirus. Fonti investigative hanno parlato di conversione di Silvia all’Islam: e su questo lei stessa ha fornito una versione convincente, che secondo alcuni psicologi “potrebbe essere frutto della condizione psicologica in cui si è trovata durante il rapimento”. Lei ha fornito agli inquirenti, quando è stata interrogata dopo l’arrivo a Roma, la spiegazione con queste parole: «Sono serena e durante il sequestro sono stata trattata sempre bene. Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa, e così è stato. In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri. Quanto alla conversione è successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata. Ne è nata una convinzione spontanea e non forzata. Grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un pò di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Non c’è stato alcun matrimonio né relazione – ha precisato – solo rispetto. Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi. Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati».
“Sto bene per fortuna, fisicamente e mentalmente, sono felicissima, ora voglio stare solo con la mia famiglia”. “Sono stata forte”, ha ribadito. “Grazie alle istituzioni”, ha poi detto pochi istanti dopo. Dopo aver salutato il presidente Conte, il ministro degli Esteri, la famiglia, Silvia Romano è stata sottoposta al test sul coronavirus prima di proseguire verso la caserma del Ros per il primo interrogatorio.
Conte: il segnale che lo Stato c’è – “In questo momento di grande difficoltà, un segnale che lo Stato c’è”: questo il commento a Ciampino del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Queste sono operazioni che necessitano il massimo riserbo. C’era stata la prova in vita. Eravamo in dirittura finale da qualche mese, ma abbiamo mantenuto il massimo riserbo su queste notizie”. “Questi risultati si ottengono solo se c’è abnegazione, in particolare dell’Aise, ma grazie anche alla Farnesina e all’unità di crisi, al ministro Di Maio, all’autorità giudiziaria. Quando lavoriamo insieme coesi, concentrati, ce la facciamo sempre. E’ un bel giorno, sono molto contento per Silvia, per i suoi genitori e per tutti gli italiani che hanno atteso questo momento”.
Di Maio: al lavoro pure per altri italiani in prigionia – A sua volta il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha detto: “Voglio ringraziare a nome del ministero degli Esteri tutti quelli che hanno collaborato per riportare Silvia Romano in Italia. Nel giorno della festa della mamma ritorna Silvia, un augurio alla sua mamma e a tutte le altre mamme e genitori degli altri cittadini italiani ancora in stato di prigionia all’estero, lavoreremo per riportarli a casa: l’Italia non lascia indietro nessuno. Lavoro continuerà e andrà avanti dalle prossime ore”.
Salvini: nulla è gratis ma non chiedo ora – “Greta e Vanessa, una volta liberate dissero subito: ‘noi torneremo là’…Credo che fosse il caso di pensarci un po’…E’ chiaro che nulla accade gratis, ma non è il momento di chiedere chi ha pagato cosa. Io ho visto come lavorano le nostre forze dell’ordine e porto enorme rispetto verso chi corre rischi, penso all’agente Apicella. Prima di fare cose che mettono a rischio la vita di donne e uomini delle forze dell’ordine, in Italia e all’estero, bisogna pensarci cento volte”, ha commentato il leader della Lega.
L’Unicef Italia esprime “grande gioia“. “Silvia rappresenta la parte migliore del nostro paese, spesso invisibile: un’Italia che dedica la propria vita agli altri, che resiste. Bentornata Silvia!”, aggiunge il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo.
L’indagine: accertamenti su conversione e riscatto – I momenti di quando fu prelevata dai rapitori, l’ipotesi della sua conversione all’Islam e le fasi del rilascio con l’ipotesi del pagamento di un riscatto. Sono stati anche questi i temi affrontati nel corso del colloquio tra Silvia Romano e gli inquirenti nella caserma dei carabinieri del Ros alla presenza del pm. Sul suo rapimento i magistrati di piazzale Clodio hanno avviato una indagine che nei mesi si è avvalsa della collaborazione sia delle autorità kenyote che di quelle somale. Per chi indaga la prima fase del sequestro è stata gestita da una banda composta da 8 persone che avrebbe poi ceduto la ragazza a gruppi islamisti legati a Al Shabaab in Somalia.
Tre dei responsabili del blitz erano stati arrestati e dalle indagini, portate avanti in Italia dalla Procura di Roma, era in effetti emerso che la ragazza potesse essere stata trasferita in Somalia subito dopo il sequestro: un trasferimento lampo organizzato da un gruppo islamista legato al Al-Shabaab che aveva fornito alla banda di criminali comuni kenyoti, autori materiali del sequestro, denaro e mezzi.
L’operazione dell’Aise, diretta dal generale Luciano Carta, è stata condotta con la collaborazione dei servizi turchi e somali ed è scattata la scorsa notte. “Sta bene ed è in forma. Provata ovviamente dallo stato di prigionia, ma sta bene”, aveva assicurato ieri il presidente del Copasir, Raffaele Volpi. E’, ha spiegato Volpi, “una bella notizia attesa da tempo. I complimenti vanno al generale Carta, agli uomini e donne dell’Aise che con il loro incessante lavoro, mai alla luce della ribalta, hanno permesso questo importantissimo risultato. Grazie ragazzi e ben tornata a casa Silvia”.
Sono in molti sui social a commentare con gioia la notizia. “Una notizia che ci riempie il cuore di gioia: Silvia Romano è finalmente libera! Grazie a chi in silenzio ha lavorato per far tornare Silvia a casa” scrive Nicola Fratoianni. “Commozione! #SilviaRomano è libera” aggiunge Giuseppe Civati che in questi mesi ha spesso ricordato Silvia Romano, così come l’assessore milanese Pierfrancesco Maran che commenta: “Che gioia!”. Una “bellissima notizia”, la sua prigionia “è sempre stata una ferita e un dolore. Sapere che è stata liberata riempie di gioia”. Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
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