di FABIO CAMILLACCI/ Il mondo ultras italiano si conferma contrario a una ripresa della stagione calcistica. Nei giorni scorsi, hanno alzato la voce per primi gli ultrà di Brescia e Atalanta (squadre delle zone più colpite dal Covid-19). Si sono accodati quelli di Roma, Napoli, Spal, Genoa e Lecce. Ricordiamo alcuni striscioni esposti ultimamente, la lista è lunga. “C’è chi muore, chi soffre e chi lucra: stop al campionato”, “Italia in emergenza sanitaria e sociale, questo campionato si deve fermare”, “con la nazione in questo stato siamo contrari alla ripresa del campionato”, “il concetto è chiaro: per voi conta meno la salute del denaro! Finché l’emergenza non è finita…nessuna partita! Società e calciatori, donate soldi e tamponi a famiglie e dottori!”.
Altri striscioni ultras contro la ripartenza del torneo di Serie A. “Sugli spalti senza la mia gente, che non riparta niente!», “prima il rispetto e la dignità… per noi il campionato finisce qua!”, “non siamo complici dei vostri interessi, un calcio al pallone non cancella i decessi. Questa è la nostra mentalità… il gioco finisce qua!”. Insomma, nonostante gli sforzi che in queste ore stanno facendo tutte le parti in causa per far ripartire il calcio in Italia, il messaggio del mondo ultrà è chiaro.
Gli ultras del Torino hanno alimentato la protesta contro la ripresa del campionato. Lo hanno fatto con alcuni striscioni esposti all’ingresso principale del glorioso stadio Filadelfia dove, da venerdì, i giocatori granata si allenano individualmente in vista della ripresa. Sullo striscione, la seguente scritta: “Migliaia di morti in ogni città. Ma voi pensate alla ripresa della serie A”. E ancora: “Il vero virus da debellare siete voi che volete tornare a giocare”. Che dire? I tifosi sembrano decisamente più compatti dei 20 club di A e delle varie istituzioni coinvolte in questa lunga e stucchevole querelle.
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