di FABIO CAMILLACCI/ La situazione calcio italiano resta nebulosa sul fronte ripresa, anche se si registrano dei timidi passi in avanti, Covid-19 permettendo. Infatti, il Comitato tecnico scientifico ha autorizzato il nuovo protocollo sanitario presentato da Figc e Lega Serie A per allenamenti di gruppo e non solo. La conferma dell’autorizzazione è arrivata dallo stesso ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che ha detto: “Gli allenamenti collettivi possono riprendere. Sono state fatte valutazioni puntuali e la Federcalcio è stata disponibile a rivedere la sua prima proposta. Ci sono stati chiarimenti anche sui tempi di quarantena in caso di positività (che resterà per tutta la squadra, ndr), ma soprattutto si evita il famoso autoisolamento iniziale”. E in caso di un contagiato allora cosa accadrà? A questo interrogativo Spadafora ha risposto così: “Il positivo va in quarantena e gli altri possono continuare a lavorare, ma controllati (e in isolamento nel proprio centro sportivo, ndr). È giusto che il calcio abbia la possibilità di riprendere in sicurezza”.
Le nuove tappe della lunghissima telenovela. Spadafora a tal proposito ha dichiarato: “Ho convocato per giovedì 28 maggio alle 15 una riunione con il presidente Figc Gabriele Gravina, quello della Lega Paolo Dal Pino e le altre componenti di Federazione e Lega. Per quel giorno avremo i dati a disposizione per poter decidere insieme con il Governo una data certa per la ripartenza. La scelta della Francia di chiudere tutto sarebbe stata la più facile da compiere. Io non l’ho voluta fare così come ho trovato vergognoso che all’epoca mi venisse chiesto di decidere sulla ripresa quando eravamo ancora nelle condizioni di non trovare posti nelle terapie intensive. Il calcio è una grande industria, è giusto che possa ripartire ora che tutto il resto del paese sta ripartendo. Sono stato dipinto come il nemico del calcio, mi ha dato fastidio, ma ora sorrido”.
Cosa cambia con il nuovo protocollo. Autorizza le sedute collettive e non obbligherà più i giocatori a restare stabilmente blindati nel centro sportivo. Potranno pertanto dormire a casa, a meno che non venga trovato nella squadra un positivo al coronavirus. A quel punto il contagiato sarà posto in quarantena, mentre la mappatura dei contatti del soggetto positivo (cioè il resto della squadra e lo staff) seguirà le prescrizioni del Servizio Sanitario Nazionale che prevedono la quarantena per due settimane. Il gruppo squadra quindi verrà sottoposto a isolamento fiduciario in una struttura concordata (sicuramente il centro sportivo del club) e sottoposto ad attenta valutazione clinica (ovvero tamponi ogni 48 ore per due settimane).
Nessuno potrà avere contatti esterni, ma i calciatori potranno continuare ad allenarsi. È questa la formula che domenica 17 maggio è stata scritta dalla Lega calcio Serie A e condivisa dalla Figc. Una formula che rappresenta un passo avanti, anche se non risolve il nodo della quarantena automatica la quale minaccerebbe lo svolgimento del campionato. Non a caso, nel parere viene sottolineato che queste raccomandazioni valgono solo per la ripresa degli allenamenti di squadra e andranno riaggiornate nel momento in cui si parlerà del ritorno alle gare. Confermato infine l’aumento dei controlli: tamponi tre giorni prima dell’inizio degli allenamenti collettivi, il giorno dell’avvio e una volta ogni quattro giorni; test sierologici il giorno dell’avvio e dopo due settimane. Vedremo se queste nuove norme verranno accettate definitivamente da tutti i club di A. nuo
Commenta per primo