PER IL CAMPIDOGLIO UNA CONGIURA DA TAVERNA

ORA di puntadi STEFANO CLERICI

– La nostra storia patria è piena di complotti (veri o presunti) e complottisti. Non c’è partito, movimento o associazione che, tanto nella Prima quanto nella Seconda Repubblica, non abbia almeno una volta ceduto a quella irresistibile tentazione chiamata cultura del sospetto. Speravamo che almeno i duri e puri seguaci di Beppe Grillo, in nome della loro presunta diversità e della loro altrettanto presunta ingenuità da neofiti, riuscissero a evitare il trappolone. E invece no. Ci sono cascati in pieno.

“Ho pensato che potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento Cinque Stelle a Roma”, ha detto la senatrice Paola Taverna ai microfoni di “Radio Cusano Campus” (la radio di una importante università telematica) all’indomani della presentazione dei candidati “grillini” al Campidoglio.

E ha anche spiegato ben bene il perché. La scelta di due candidati secondo lei destinati a sconfitta sicura, come Giachetti e Bertolaso, significa che centrosinistra e centrodestra “non vogliono vincere a Roma”. Il motivo? Eccolo: “Al governo rimane Renzi, alla Regione Zingaretti, Roma dipende da stanziamenti regionali e stanziamenti statali, ora vogliono metterci i Cinque Stelle, per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura”. Hai capito il machiavello?

Cara senatrice Taverna, sa come si chiama questo? Mettere le mani avanti. A questo punto, pensiamo che stia per cominciare (anzi, è già cominciato) un altro gioco in cui i politici sono specializzati, quello dello scaricabarile. Già sentiamo evocare le “pesanti eredità del passato”, già immaginiamo mostruosi “buchi di bilancio” di cui si ignorava l’esistenza, già vediamo mettere tutte insieme al rogo le effigi di Rutelli, di Veltroni, di Alemanno e ovviamente del già martoriato Marino.

Troppo facile, cari amici a cinque stelle. La verità è che chiunque salirà da sindaco la scalinata del Campidoglio dovrà affrontare un’impresa titanica. E se vorrà avere una sola possibilità di dar vita a una amministrazione appena decente dovrà cancellare ogni presunzione, o tracotanza o peggio ancora spirito di vendetta, e armarsi invece di umiltà e di pazienza.

E voi invece andate parlando di complotto? “Ma mi faccia il piacere!”, come direbbe il grande Totò.

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