di NUCCIO FAVA* – Non è solo la politica ad essere stucchevole, inconcludente e incapace di affrontare adeguatamente la terribile tragedia della pandemia tutt’altro che avviata al superamento e che proprio negli USA e in Brasile vive le situazioni più tragiche. Influiscono pesantemente – su scala globale – anche fenomeni sociali, economici e culturali che sarebbe stato velleitario immaginare venissero anche solo marginalmente affrontati nei comizi di Piazza del Popolo della destra. Contava soprattutto attaccare a schiena bassa Conte e la sua precaria maggioranza, senza indicare però una qualche concreta e valida proposta. Emergeva il tradizionale spirito di rivalsa della destra, che spinge a considerare l’interlocutore sempre come il nemico.
La leader dei Fratelli d’Italia ha paradossalmente abusato di una famosa formulazione espressa a suo tempo da Pier Paolo Pasolini. La Meloni ha parlato sfrontatamente di “popolo contrapposto al palazzo”, esclusivamente preoccupato solo di posti e prebende. Soprattutto invocando il grande valore della libertà che sarebbe negato con l’ostinato rifiuto di andare alle elezioni anticipate. Anche gli altri esponenti del centrodestra hanno in sostanza ribadito, in perfetto stile populista, lo stesso slogan chiedendo a Conte e ai partiti della sua maggioranza di lasciare libero il campo e di accomunare alle elezioni amministrative e al referendum anche il rinnovo del parlamento.
Si noterà facilmente che nulla di nuovo emerge se non l’annuncio di un nuovo raduno nazionale dopo l’estate. Stranamente, ma forse non troppo, è stato assente del tutto il tema dell’Europa anche per non far emergere la posizione berlusconiana favorevole al MES, in netto contrasto con Salvini e Meloni. Si tratta quindi del trionfo della piazza e della protesta in contrapposizione al governo Conte e alle istituzioni.
Con questa opposizione capace solo di urlare e strepitare, il governo potrebbe dormire sonni tranquilli ma sono i problemi veri che vanno affrontati presto nella loro gravità mentre invece prevale la tattica del rinvio .
Conte rivendica il suo ruolo e arriva a sostenere che mai un governo della storia repubblicana ha lavorato e realizzato tanto quanto il suo. Può apparire eccessiva questa autoproclamazione da parte dell’inquilino di palazzo Chigi anche perché le ininterrotte presenze di Conte in televisione e le sue dichiarazioni per giustificare vertici e rinvii, confermano difficoltà e problemi enormi che deve affrontare ogni giorno.
Anche all’appuntamento dei prossimi giorni in Europa non possiamo giungere con l’ambiguità e le timidezze tattiche del “sì ma”. Pesa ovviamente la posizione dei 5 Stelle, titubante e inquieta proprio sul fondamentale terreno del MES nonostante le modifiche sostanziali apportate in adesione alla posizione sostenuta dal governo italiano.
Sarebbe imperdonabile se l’appuntamento con la cancelliera tedesca e la presidente della Commissione Europea venisse sprecato. Ci sono in gioco risposte impegnative e indispensabili per affrontare le grandi questioni del post virus e lo stesso ruolo dell’Italia nel processo di rinnovamento delle istituzioni europee.
*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1 e del Tg2 e delle Tribune elettorali Rai
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